MESSINA – Vari cittadini hanno partecipato al sopralluogo condotto dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e dal sindaco di Messina Federico Basile nell’area ex Sanderson. Tra loro, Ivan Tornesi del Comitato cittadino per il recupero, ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto dal comitato, attivo da poco più di un anno, per riportare il dibattito sull’area al centro dell’agenda pubblica.
L’impegno del Comitato ex Sanderson
“Diciamo che nell’ultimo anno l’area ex Sanderson è rientrata nel dibattito pubblico cittadino e questo sicuramente grazie anche al lavoro che è stato svolto dal Comitato ex Sanderson,” ha dichiarato Tornesi. L’iniziativa del comitato è nata sulla scia di una summer school dedicata allo studio dell’area, una scuola di pianificazione comunitaria che ha proposto un modello alternativo di rigenerazione rispetto al progetto di polo fieristico congressuale avanzato dalla Regione siciliana.
Tra le priorità indicate, figura l’avvio urgente della bonifica dell’area. Tornesi ha evidenziato che è già stato pubblicato un bando per la rimozione della prima parte di amianto friabile. “Vogliamo che il Comune, futuro proprietario, porti avanti un percorso di rigenerazione coinvolgendo i cittadini e il territorio,” ha aggiunto Tornesi. Durante il sopralluogo, il sindaco Basile ha manifestato la volontà di incontrare il comitato per discutere il loro operato e valutare eventuali collaborazioni.
Un progetto per un’area fruibile e sostenibile
La visione del Comitato ex Sanderson, elaborata grazie al contributo di ricercatori ed esperti internazionali durante la scuola di pianificazione comunitaria, punta alla creazione di uno spazio pubblico accessibile e integrato con il tessuto urbano. Tornesi ha ribadito l’importanza di evitare la realizzazione di aree chiuse e non fruibili, come una semplice fiera, in favore di un parco multifunzionale e di uno sviluppo produttivo sostenibile. Tra le idee proposte figurano un museo innovativo che racconti la storia delle industrie agrumarie che un tempo caratterizzavano la zona, con un focus sulla via del Dromo (oggi via Consolare Valeria), ed ancora la creazione di spazi per l’artigianato sociale e infine lo sviluppo di un polo di ricerca scientifica dedicato all’erosione costiera e al sistema delle fiumare.