L’ebreo
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In scena al teatro Vittorio Emanuele di Messina, lo spettacolo “A torto o a ragione”

Messina si trasforma nella Berlino del 1946, tra le macerie della Seconda Guerra Mondiale, per affrontare un caso controverso

MESSINA – Il Teatro Vittorio Emanuele accoglie un dramma intenso e attuale che solleva interrogativi sul legame tra arte e potere. A torto o a ragione, opera di Ronald Harwood, porta il pubblico nella Berlino del 1946, tra le macerie della Seconda Guerra Mondiale, per affrontare il controverso caso di Wilhelm Furtwängler, celebre direttore d’orchestra accusato di aver collaborato con il regime nazista. L’opera, che sarà in scena oggi, venerdì 21 febbraio ed il 22 alle 21 e il 23 febbraio alle 17.30, propone un dibattito complesso sul ruolo dell’artista in tempi di dittatura e sull’eterno dilemma tra colpa e innocenza.

Un dramma storico e morale

La vicenda si svolge nell’ambiente austero di un interrogatorio, dove il maggiore americano incaricato dell’indagine cerca di smascherare la presunta complicità di Furtwängler con il regime. Il direttore, invece, sostiene di aver utilizzato la musica come mezzo di resistenza e conforto per i suoi connazionali, senza cedere alle imposizioni politiche. Harwood, con una scrittura incisiva, mette in discussione il concetto di responsabilità, delineando un personaggio dalle molteplici sfaccettature, diviso tra l’amore per la musica e la necessità di sopravvivere in un contesto oppressivo. A valorizza la tensione emotiva ed il confronto tra i protagonisti, la regia di Giovanni Anfuso, dando vita a un’opera di grande impatto.

Un cast d’eccezione per una storia avvincente

Ad interpretare il controverso Furtwängler è Stefano Santospago, attore di grande esperienza teatrale e cinematografica. Simone Toni invece veste i panni del determinato maggiore americano, mentre il cast si completa con Giampiero Cicciò, Liliana Randi, Luigi Nicotra e Roberta Catanese, tutti impegnati a restituire la complessità dei personaggi coinvolti nel dramma. Le scene di Andrea Taddei, i costumi di Isabella Rizza, le musiche di Paolo Daniele e le luci di Antonio Rinaldi contribuiscono a creare un’atmosfera carica di tensione, perfettamente in linea con l’intensità della narrazione.

Il valore dell’arte e il peso della responsabilità

Lo spettacolo è prodotto dal teatro Stabile di Catania, dalla Fondazione Teatro di Roma e dal Teatro Vittorio Emanuele di Messina, a conferma dell’elevata qualità artistica della messa in scena. Attraverso la figura di Furtwängler, “A torto o a ragione” affronta domande senza tempo: un artista è responsabile delle sue scelte politiche? Può l’arte essere separata dalla storia? La conclusione del dramma rimane aperta, lasciando il pubblico con una riflessione profonda sul rapporto tra etica e creatività.