ACIREALE – Con l’imminente arrivo della Domenica delle Palme, a Pozzillo, suggestivo borgo marinaro affacciato sulla costa ionica e avvolto dai profumi degli agrumi, l’attesa si carica di spiritualità. Il 13 aprile, come da tradizione, la comunità si riunirà per ricordare l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, dando ufficialmente inizio alla settimana santa, momento liturgico intenso e profondo in cui si rivivono i misteri della passione, morte e resurrezione di Cristo. Nel borgo però, questo appuntamento non rappresenta soltanto un rito spirituale, ma è allo stesso tempo, la celebrazione di una tradizione popolare e religiosa che si rinnova grazie all’impegno e alla devozione di una donna, Mariuccia Licciardello che, con le sue mani e il suo cuore, ha trasformato la fede in arte e l’artigianato in preghiera.
Un rito antico che prende forma tra le mani sapienti di Mariuccia
Da quasi quarant’anni, ogni anno, in prossimità della ricorrenza, il paese si prepara a rievocare l’ingresso di Gesù a Geruselemme, con le palme intrecciate dalle mani esperte di Mariuccia, custode di una tradizione che unisce arte e spiritualità. Le sua dedizione nella lavorazione di ogni singola foglia, curata con infinita pazienza, porta alla realizzazione di piccoli capolavori che coniugano antiche tecniche artigiane ad una creatività sempre nuova. Non sono semplici addobbi, ogni palma rappresenta un messaggio silenzioso, un intreccio di fede e significato, arricchito da simboli sacri come croci, cuori e fiori, raccontando una storia ed esprimendo un’intenzione profonda, quella del dono.
“Mariuccia si dedica instancabilmente, anno dopo anno, alla realizzazione di queste palme, autentiche opere d’arte intrecciate con precisione e fantasia”, spiega don Andrea Grasso, parroco di Pozzillo. “Il suo è un gesto che nasce dal cuore e che coinvolge l’intera comunità. Un esempio concreto di fede vissuta nella quotidianità, che si fa servizio umile e offerta generosa al Signore e alla chiesa”.
Le origini di un gioco fatto da bambina, diventato vocazione
Alla soglia dei settant’anni la donna, rappresenta l’anima di una tradizione che vive solo grazie al suo impegno che non conosce fatica, realizzando ogni anno tra le 1300 e le 1400 palme. A queste, si aggiungono quelle destinate ai sacerdoti e al vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, per un totale di oltre trenta palme personalizzate, ognuna con un design unico. Alcune richiedono pochi minuti, altre sono il frutto di meticolose ore di lavoro, spese per una passione che l’accompagna sin da giovanissima. “Ho iniziato da bambina a fare qualche intreccio semplice. Era un gioco che facevo per imitare le donne adulte del paese, poi una signora di Mistretta mi ha insegnato qualcosa in più. Da lì ho cominciato a creare, a inventare nuovi modelli. Le idee mi vengono spontanee, come se mi guidassero dall’alto”, spiega Mariuccia.
Un’offerta per la comunità
Il lavoro di Mariuccia non ha finalità economiche, le offerte raccolte dalla distribuzione delle palme vengono interamente devolute alla parrocchia, sostenendo iniziative pastorali e opere di carità. “Faccio tutto per la chiesa”, spiega con la semplicità che la contraddistingue. “È il mio modo di ringraziare il Signore e di fare qualcosa di buono per gli altri”. Un gesto che assume ancora più valore in un tempo come quello quaresimale, in cui il sacrificio personale diventa occasione di crescita spirituale e servizio. Le mani di Mariuccia, instancabili e fedeli, raccontano un Vangelo silenzioso fatto di operosità, di generosità e di discrezione.
Quando l’artigianato diventa preghiera
La palma lavorata a mano diventa, tra le mani di Mariuccia, si fa espressione di un gesto che parla senza bisogno di parole. È una preghiera che prende forma, un simbolo che racconta l’anima di una comunità e la ricchezza di una tradizione popolare che sa ancora emozionare, riflettendo in ogni nodo, una spiritualità fatta di pazienza, amore e continuità. La comunità di Pozzilo questo lo sa bene, così, quando giunge la Domenica delle Palme, non accoglie solo con rami e canti il ricordo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, ma lo fa con il cuore colmo di gratitudine per quella donna che da quasi quarant’anni intreccia con pazienza e devozione il sottile filo che unisce la fede alla vita quotidiana. Un filo che tiene unita la comunità, avvolgendola nella forza discreta della tradizione e dell’amore condiviso. In un’epoca in cui tutto scorre veloce e le radici rischiano di sbiadirsi, la storia di Mariuccia rappresenta una testimonianza autentica di un amore e di una devozione, che si rinnova anno dopo anno.