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INTERVISTA Valerio Mastandrea presenta a Messina il film “Nonostante”, una storia d’amore fuori dal tempo che cura l’anima

Lo sguardo autentico dell'attore e regista, raccontato ai microfoni di RadioTaormina Tv in occasione della presentazione al cinema Lux

MESSINA – Ci sono storie che non hanno bisogno di fare troppo rumore per essere raccontate. Che arrivano leggere, senza rincorrere il tempo, rallentandolo imponendosi in punta di piedi. Nonostante, il nuovo film scritto, diretto ed interpretato da Valerio Mastandrea, è una di è uno di quei rari racconti che non cercano di stupire, ma di sussurrare, che non rincorrono l’eccezionale, ma si nutrono della semplicità, della fragilità. Giovedì 10 aprile, il cinema Lux di Messina si è trasformato in un crocevia di emozioni e riflessioni grazie all’arrivo dell’attore e regista, tra i più sensibili e intensi del panorama cinematografico italiano. L’occasione è stata la presentazione del suo nuovo film, Nonostante, un’opera che lo vede protagonista sia dietro la macchina da presa che sullo schermo, capace di toccare corde profonde dello spettatore con una delicatezza rara.

Un film sospeso tra realtà e simbolo

Il film, scritto insieme ad Enrico Audenino, è stato scelto per aprire la sezione Orizzonti dell’81ª Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, conferma della forza espressiva e del linguaggio essenziale con cui il film si rivolge direttamente all’intimità del pubblico. Ambientato quasi interamente in un reparto ospedaliero, l’intero racconto è uno specchio sospeso tra immobilità e trasformazione, tra cura e fuga, dove si intrecciano le storie di due anime apparentemente lontane ma inevitabilmente destinate a scontrarsi e riconoscersi.

“L’idea è nata dal desiderio di costruire una semplice storia d’amore, una delle sfide più ardue”, ammette Mastandrea, riconoscendo i meriti dei grandi capolavori del cinema. Ma è nella normalità di un amore che nasce in un contesto straordinario che l’autore ha trovato la sua via: “Abbiamo cercato una nostra strada, realizzando una storia realistica in un contesto poco realistico, prendendoci la libertà di farlo e spero che questo lasci lo spettatore libero, a sua volta, di sentirla propria”afferma l’attore.

Un tempo sospeso, dove l’attesa diventa rifugio e conflitto

La trama ruota attorno a un uomo che ha trasformato la propria condizione di ricovero in un rifugio dall’esterno, in cui l’ospedale diventa per lui un tempo dilatato, una sospensione, un modo per mettere in pausa il mondo e le sue richieste. L’equilibrio però si rompe con l’arrivo di una nuova paziente, una donna inquieta, arrabbiata, in lotta costante con sé stessa e con ciò che la circonda. È il loro incontro a innescare un cortocircuito emotivo fatto di scontri, scoperte, confessioni e silenzi capaci di parlare più delle parole stesse.

Proprio quel tempo dilatato diventa per Mastandrea l’essenza stessa del film: “Connessione fa rima con velocità, multifocalità. Nella vita di tutti i giorni, non si sta mai fermi con la testa. Invece aspettare, contemplare, perdere tempo, che non è sempre una cosa brutta, sta diventando impossibile”. Questo film vuole raccontare anche il valore di quella lentezza, attraverso il ruolo del protagonista che trova pace nell’ospedale, a discapito degli altri pazienti che si sentono intrappolati. È lì che nasce la dialettica, il confronto tra chi vuole restare e chi vuole fuggire.

L’identità autoriale e il coraggio della semplicità

Dopo una lunga carriera come attore, Nonostante segna una nuova tappa importante nel percorso di Mastandrea come regista. E, a proposito della sua visione sul cinema d’autore in Italia, sottolinea ai nostri microfoni, quanto sia fondamentale continuare a raccontare con autenticità e libertà: “Il punto è che tante persone sanno fare il nostro lavoro, ma bisognerebbe avere più conforto da parte dell’industria. Quest’anno sono uscite opere prime bellissime e quando in un solo anno ne trovi due o tre vuol dire che il cinema italiano è vivo, che c’è ancora tanto da dire”. E lo fa anche Nonostante, con il suo stile sobrio, ma potente. Con uno sguardo che si posa sulle fragilità umane senza giudicarle, ma semplicemente riconoscendole e accarezzandole.

Un cast corale per un racconto universale

Accanto a Mastandrea, un cast d’eccellenza: Dolores Fonzi, Lino Musella, Giorgio Montanini, Laura Morante, Barbara Ronchi, Luca Lionello e il giovane Justin Alexander Korovkin. Interpreti che si muovono con misura, restituendo un mondo fatto di sguardi, esitazioni, contrasti e piccoli gesti che svelano mondi interiori.

Un invito a riconoscere i propri “nonostante”

L’incontro con il pubblico messinese ha rappresentato un momento di condivisione sincera, un dialogo in cui Mastandrea ha rivelato con generosità le motivazioni intime che lo hanno spinto a raccontare questa storia, invitando ciascuno di noi ad accogliere i propri “nonostante”, le proprie imperfezioni, i propri ostacoli, non come limiti, ma come parte essenziale del cammino verso ciò che ci rende più veri.