ACIREALE – In una Cattedrale avvolta dal silenzio e dalla preghiera, si è celebrata una Santa Messa intensa e solenne in memoria di Papa Francesco, il Pontefice che ha segnato profondamente il nostro tempo con la forza mite del suo esempio e la tenacia del suo amore per gli ultimi. A presiedere la liturgia, il presidente della Conferenza episcopale siciliana, Mons. Antonino Raspanti, affiancato dal cardinale Paolo Romeo e da numerosi presbiteri della diocesi.
Un momento carico di emozione, in cui la comunità ecclesiale si è stretta con rispetto e riconoscenza attorno al ricordo di un Papa che ha incarnato la misericordia. La partecipazione del seminario vescovile, alla celebraione, ha reso visibile il legame profondo tra generazioni di credenti, unite nel ringraziamento per un ministero petrino vissuto nella semplicità e nella dedizione.
Durante l’omelia, Mons. Raspanti ha delineato con toccante lucidità il profilo spirituale di Papa Francesco, evidenziando la sua capacità di farsi prossimo a ogni umanità ferita: “Immigrati, poveri, carcerati, ha portato ad ognuno di loro la voce del Vangelo, là dove spesso il mondo tace”. Il presidente Cesi ha poi affrontano il tema della sofferenza vissuta dal Santo Padre negli ultimi tempi come di un’offerta totale, consegnata a Dio proprio nella luce della Pasqua. Francesco, uomo semplice e figlio di emigrati, ha saputo rompere gli schemi del passato per donare nuova freschezza alla Chiesa.
“Ci ha insegnato a uscire, ad abbracciare chi è ai margini, a farci missionari della speranza”, ha ricordato Raspanti con commozione. E oggi, ha aggiunto, “contempla il volto di Dio e dal cielo continuerà a vegliare su chi non ha voce”. Un’eredità spirituale profonda, lasciata in dono a un’umanità in cammino.