Roma si è svegliata nel silenzio e nella preghiera. Alle prime luci del giorno, la Basilica di San Pietro ha riaperto le sue porte per accogliere migliaia di fedeli giunti da ogni parte del mondo. Era ancora buio quando le prime persone si sono messe in coda: volti stanchi ma determinati, rosari tra le dita, sguardi rivolti verso la cupola che già brillava nel cielo dell’alba.
Alle 5.40, con largo anticipo rispetto all’orario previsto, i varchi sono stati aperti per dare continuità a un flusso che non si è mai realmente interrotto. Durante la notte, infatti, l’afflusso è proseguito ben oltre la mezzanotte: solo una breve pausa alle 2.30 ha permesso al personale di riordinare gli spazi sacri prima della nuova ondata di visitatori.
La scena dentro San Pietro è di una compostezza quasi irreale: silenzio, passi lenti, un saluto fatto di sguardi e lacrime trattenute. Il corpo di Papa Francesco, esposto davanti all’altare, è vegliato da guardie svizzere e da un’umanità variegata, unita dallo stesso desiderio: salutare colui che ha guidato la Chiesa con umiltà, coraggio e misericordia.
Secondo la sala stampa vaticana, sono già oltre 128mila le persone che hanno reso omaggio al Pontefice dall’apertura della camera ardente. Numeri impressionanti, ma che non sorprendono per un Papa che ha scelto di farsi vicino a tutti, dagli ultimi ai potenti.
La Basilica resterà aperta fino alle 19. Poi, in forma privata, verrà celebrato il rito della chiusura della bara, che precede i funerali solenni di domani alle 10 in Piazza San Pietro. Al termine della celebrazione, il feretro sarà portato in processione lungo le vie della capitale fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, luogo profondamente legato alla spiritualità di Francesco, dove sarà tumulato.
Questa mattina, alle 9, si è svolta la quarta congregazione generale dei cardinali, riuniti per accompagnare le fasi finali della sede vacante e iniziare a delineare il futuro della Chiesa.
La città eterna, intanto, vive queste ore in uno stato di sospensione: tra dolore e riconoscenza, tra il ricordo di un pontificato straordinario e l’attesa di ciò che verrà. Ma oggi, più di tutto, è il giorno dell’umanità raccolta in una preghiera comune. Una luce che si è accesa all’alba e che continuerà a brillare. (Con la collaborazione di Leonardo Guarnieri)