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VIDEO Il Carnevale profuma di pignolata, Francesco Santoro racconta il segreto della tradizione

Nel villaggio di S. Stefano di Briga, a Messina, il pasticcere di terza generazione svela i dettagli di un’arte senza tempo: "Tutta la lavorazione è fatta a mano, senza scorciatoie"

MESSINA – Sono le sei e già il laboratorio di Francesco Santoro, pasticcere nell’attività di famiglia giunta alla terza generazione, è in pieno fermento. Il profumo dello zucchero caramellato e del cioccolato fuso riempie l’aria fin dalle prime ore del mattino. Il pasticcere è già all’opera per preparare la pignolata, uno dei dolci più rappresentativi della tradizione messinese, particolarmente amato durante il periodo di Carnevale.

“La pignolata è un dolce che richiede tempo e dedizione,” racconta Santoro mentre lo zucchero, raffreddandosi, prende forma. “Tutta la lavorazione è fatta a mano, senza scorciatoie.” Dopo aver preparato la meringa, questa viene mescolata con zucchero e aromatizzata con essenza di limone, sia fresco che in bottiglia. Intanto, i piccoli pezzi di pasta fritta iniziano a prendere il loro posto nei vassoi, pronti per essere ricoperti dalle glasse caratteristiche, una bianca al limone e una scura al cioccolato.

Il dolce, simbolo della pasticceria messinese, viene realizzato tutto l’anno, ma è proprio nel periodo carnevalesco che raggiunge il suo massimo splendore. “A Carnevale ne produciamo moltissima, la richiesta è altissima,” spiega Santoro, ricordando come la sua passione per la pasticceria sia nata fin da bambino, ispirata dagli insegnamenti del maestro Domenico Restuccia.

L’ultima fase della preparazione è la glassatura della parte al cioccolato. “Dobbiamo rifinire il tutto con cura, per non sporcare la parte bianca,” precisa il pasticcere. Dopo questa fase, la pignolata viene decorata con coriandoli di zucchero e lasciata asciugare per un giorno intero, prima di essere incartata e finalmente pronta per deliziare i palati.