Inaugurata ieri pomeriggio a Catania, nelle sale della GAM (Galleria d’Arte Moderna di via Castello Ursino), la mostra “Tra figurazione e segno. Incisione e incisori dell’Accademia di Belle Arti di Catania. 1968-2023” (18 gennaio-17 marzo 2024), a cura di Laura Ragusa, storica dell’arte e docente Abact che organizza l’esposizione in compartecipazione con il Comune di Catania.
Alla cerimonia ha preso parte il sindaco Enrico Trantino, la presidente e il direttore Abact, Lina Scalisi, e Gianni Latino e la curatrice. Erano presenti anche i familiari di Nunzio Sciavarrello (1918-2013), artista e scenografo e soprattutto fondatore dell’Accademia di Catania nel 1968. Settanta le incisioni con cui Ragusa ricostruisce la storia della Scuola di Grafica dell’accademia etnea a partire dal contributo dello stesso Sciavarrello. Tra passato e futuro della grafica d’arte, chiude l’allestimento una sezione sperimentale e ad alto contenuto tecnologico curata da docenti e studenti del corso NTA (Nuove tecnologie dell’Arte) dell’Accademia di Catania: un’esperienza immersiva con visori VR (realtà virtuale) che consentono di attraversare l’opera dell’ungherese Arnold Gross “Piccola città italiana” (1968) ed entrare in una dimensione fantastica popolata dai personaggi protagonisti dell’incisione colti nella routine della quotidianità, tutti da esplorare in 3D con una sonorizzazione spazializzata (progetto di Gabriel Ardini, Giulio Interlandi, Stefano Zorzanello, Lorenzo Di Silvestro e Ambra Stazzone).
La mostra fa parte del più ampio progetto di ricerca, intitolato “Generazione anni 60-70. Fondatori e Accademie di Belle Arti in Italia ai tempi della contestazione”, a cura di Vittorio Ugo Vicari e Gianni Latino che include due giornate di studi in programma il 18 e il 19 gennaio nella sede dell’Accademia di Catania. Il progetto, organizzato da Abact e sostenuto dal MUR (Ministero Università e Ricerca), il progetto indagherà una stagione straordinariamente dinamica della formazione artistica superiore in Italia: quella che, nell’arco di un decennio, rispondendo a una naturale istanza da parte delle comunità, vide la nascita delle cosiddette “Giovani Accademie” a Lecce, Reggio Calabria, Urbino, Catania, L’Aquila, Bari, Foggia, Frosinone, Macerata e degli ISIA, ovvero gli Istituti Superiori per le industrie artistiche. Interverranno i direttori delle Accademie coinvolte insieme a vertici ministeriali, storici dell’arte, architetti, filosofi e saggisti.
LA MOSTRA
In mostra alla GAM per “Tra figurazione e segno” le opere di decine di autori italiani e stranieri e fra loro molti maestri dell’Accademia di Urbino – alcuni dei quali su invito del fondatore Nunzio Sciavarrello insegnarono anche a Catania come Bertoni, Ceccacci, Polisca, Toccacieli) per i quali Leonardo Sciascia nel 1982 ebbe a dire: “E bisognerà, una volta o l’altra, tentare un discorso sulla congenialità dei marchigiani a questo mezzo d’espressione semplice ed arduo che è l’acquaforte”.
Tra incisioni, serigrafie, acqueforti e acquetinte – alcune giunte dal Giappone, dagli Stati Uniti, dall’Argentina, dalla ex Jugoslavia e da tutti i Paesi europei – le opere selezionate dalla curatrice, Laura Ragusa, sono il frutto di un meticoloso quanto complesso lavoro di catalogazione e ricognizione condotto negli archivi dell’Accademia e attraverso interviste con gli incisori italiani presenti in mostra e che figureranno nel catalogo in lavorazione. “Il concetto di grafica è estremamente variegato – spiega la curatrice Laura Ragusa – e mette insieme interpretazioni molto diverse. Se da un lato la tecnologia consente l’elaborazione virtuale delle immagini e processi digitali di stampa, che prescindono fisicamente dal concetto di matrice, dall’altro i processi manuali mantengono un fascino immutato, alimentato dalle possibilità di sperimentazione e ibridazione. La mostra offre uno sguardo originale e articolato sulle possibili interpretazioni del linguaggio grafico attraverso le opere e le riflessioni di alcuni artisti che sono stati docenti a Catania: da Pino Polisca a Giuseppe Sciacca, da Chiara Giorgetti a Gianluca Murasecchi, solo per citarne alcuni”.
Spazio anche a una selezione di opere del maestro Sciavarrello, pittore, incisore e scenografo oltre che animatore della scena culturale catanese (prestiti della collezione di Alfio Milluzzo); la raccolta di incisioni patrimonio dell’Accademia; alle tirature numerate commissionate nel tempo dall’ente a maestri di chiara fama come Brancato, Freiles, Greco, Guccione, Indaco, Russo, Zarco e lo stesso Milluzzo, autore anche delle stampe; e opere di docenti della Scuola di Incisione dal 1968 ad oggi.