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Maschere integrali da snorkeling diventano ventilatori ospedalieri grazie alla stampa 3D

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Le aziende ospedaliere denunciano la mancanza di strumenti fondamentali per curare i pazienti affetti da Coronavirus, in primis il venir meno di maschere C-PAP (acronimo di Continuous Positive Airway Pressure) ospedaliere per la terapia sub-intensiva.

Ecco che arriva l’idea geniale e di facile attuazione del dottor Renato Favero: costruire una maschera respiratoria d’emergenza riadattando una maschera da snorkeling full face già in commercio.

Il dottor Favero ha condiviso la sua brillante intuizione con l’ azienda Isinnova che si è resa immediatamente disponibile a collaborare fornendo il disegno Cad della maschera. Il prodotto è stato smontato, studiato e sono state valutate le modifiche da fare. È stato poi disegnato il nuovo componente per il raccordo al respiratore, che è stato chiamato valvola Charlotte, e che è stato stampato in breve tempo tramite stampa 3D.

Il prototipo nel suo insieme è stato testato direttamente all’ospedale di Chiari, agganciandolo al corpo del respiratore, e si è dimostrato correttamente funzionante. L’ospedale stesso è rimasto entusiasta dell’idea e ha deciso di provare il dispositivo su un paziente in stato di necessità. Il collaudo è andato a buon fine.

L’azienda ha voluto precisare che “né la maschera né il raccordo valvolare sono certificati e il loro impiego è subordinato a una situazione di cogente necessità. L’uso da parte del paziente è subordinato all’accettazione dell’utilizzo di un dispositivo biomedicale non certificato, tramite dichiarazione firmata”.