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Medici di Taormina in Zambia: salvano vite di bimbi e formano personale del luogo. Il racconto

I medici del Centro cardiologico pediatrico del "S, Vincenzo" hanno offerto interventi e cure avanzate ai piccoli pazienti: importante passo verso un futuro sanitario più autonomo per il Paese africano
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I medici e gli infermieri del Centro di Cardiochirurgia pediatrica del Mediterraneo (Ccpm) di Taormina sono rientrati da pochi giorni in Italia, dopo una missione in Zambia, dove hanno eseguito interventi di cardiochirurgia pediatrica al National Hospital Heart di Lusaka. Guidata dal primario Salvatore Agati, l’equipe ha operato in collaborazione con il Ministero della Salute dello stato africano, diretto da Elijah Muchima, e con il supporto della Onlus israeliana “Save a Child’s Heart”, che da anni contribuisce alla formazione del personale sanitario locale attraverso la Congenital Heart Academy.

La missione ha coinvolto anche cinque medici provenienti dalla vicina Tanzania, formati in Israele. In totale, l’equipe ha eseguito una trentina di interventi sui piccoli pazienti, tra cui, per la prima volta in Zambia, diverse procedure di correzione di cardiopatie congenite tramite tecnica percutanea, una modalità che evita la chirurgia tradizionale. In particolare, la squadra di emodinamica guidata da Paolo Guccione ha realizzato ben 17 interventi di chiusura del dotto di Botallo, una patologia molto comune tra i bambini zambiani.

Durante la settimana trascorsa in Zambia, la squadra italiana è stata ricevuta dall’ambasciatore d’Italia in Zambia e Malawi, Enrico De Agostini. “L’Italia ha un cuore grande. Sono felice di accogliere i miei connazionali”, ha dichiarato De Agostini, evidenziando il valore umanitario dell’iniziativa. L’impegno dell’equipe di Taormina non si ferma qui: presto è previsto un ritorno in Africa, stavolta in Tanzania, dove il dottor Agati ha avviato dal 2015 un progetto di formazione per il personale locale, oggi in grado di gestire autonomamente i casi più semplici. Un esempio di come la cooperazione sanitaria possa lasciare tracce durature e contribuire alla crescita delle competenze locali.