PALERMO – Una manifestazione davanti al Palazzo dei Normanni per chiedere l’approvazione dell’emendamento che innalzerebbe al 40 per cento la presenza femminile nelle giunte comunali. Questo è quello che è successo poche ore prima che iniziasse l’esame del disegno di legge sugli enti locali all’Assemblea regionale siciliana.
Una delegazione di donne e uomini del mondo della politica – esponenti politici di quasi tutti i partiti – parlamentari nazionali, deputati regionali e presidenti di circoscrizione al Comune di Palermo, per chiedere una norma rimasta in sospeso nonostante un accordo di massima: il rischio è che il testo non diventi mai una legge.
Ieri altro tentativo, dopo un nuovo passaggio in commissione e altre riunioni. «Lavoreremo per tutta la giornata insieme ai capigruppo per trovare una sintesi politica», ha affermato il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno.
«lo sono disposto fin da subito – ha dichiarato il presidente della commissione Affari istituzionali Ignazio Abbate – a rimettermi a lavorare per trovare una sintesi». Ma l’opposizione attacca, soprattutto sulla rappresentanza di genere. «Sul 40 per cento delle donne in giunta vogliamo essere chiari: non sarà merce di scambio», avverte il capogruppo del Pd, Michele Catanzaro. «Stiamo parlando – commenta la deputata dem Ersilia Saverino – di qualcosa di cui non dovremmo neanche discutere. Da dieci anni le donne delle altre regioni d’Italia hanno un diritto che le donne siciliane non hanno». Discorso ribadito nel corso del sit-in alla quale era presente anche l’ex presidente della Camera e oggi deputata del Pd Laura Boldrini: «Mi sono alzata alle 5 del mattino – ha detto – ma oggi volevo essere a Palermo, ne è valsa la pena.
Quello che sta succedendo in Sicilia denota un accanimento verso le donne. A cosa si deve? Già il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi d’Europa, adesso anche la metà delle donne in giunta rispetto al resto del Paese. E troppo, non è accettabile».
Foto: Ars