PALERMO – In riferimento alle dichiarazioni del ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, durante il question time di ieri alla Camera dei deputati, Palazzo d’Orleans precisa che la Regione ha già avviato da tempo la seconda fase del processo per affrontare la crisi idrica in Sicilia.
È stata, infatti, già trasmessa al dipartimento nazionale della Protezione civile una proposta del secondo piano di interventi che include oltre 130 progetti, elaborati in risposta alle richieste pervenute da ATI, gestori idrici e dai Comuni. Oltre a 200 interventi di riparazione e acquisto di autobotti per i Comuni per oltre 8 milioni di euro.
Questo piano è attualmente oggetto di una stretta interlocuzione con gli uffici competenti della Protezione civile di Roma e si sta tenendo conto delle osservazioni delle autorità nazionali e anche di quelle ricevute, fino a poche ore fa, dai Comuni e dai gestori.
La crisi idrica in Sicilia è il risultato, oltre che della grave siccità, di decenni di ritardi nella manutenzione delle infrastrutture e nella pianificazione strategica. L’attuale governo grazie allo stanziamento di 20 milioni di euro, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso maggio, prova a fronteggiare l’emergenza. Allo stanziamento si aggiungono i 39 milioni del bilancio regionale e altri 40 previsti nel ddl delle variazioni di bilancio già approvato dalla giunta regionale e trasmesso all’Ars per il completamento dell’iter legislativo.