Si è riaperto stamattina a Reggio Calabria il processo per il femminicidio di Lorena Quaranta, uccisa nel marzo 2020 a Furci Siculo dal fidanzato Antonio De Pace, infermiere originario di Dasà, Vibo Valentia. La Corte d’Assise d’Appello ha ripreso il caso dopo l’annullamento parziale della sentenza d’ergastolo emessa in secondo grado, deciso dalla Cassazione a luglio. La Suprema Corte ha confermato la colpevolezza di De Pace, ma ha richiesto di valutare le attenuanti generiche, legate allo stress da Covid, invocate dalla difesa. La Procura ha chiesto una condanna a 24 anni di carcere, mentre la famiglia di Lorena, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Barba, continua a chiedere l’ergastolo senza sconti. I legali di De Pace, Salvatore Staiano e Bruno Ganino, spingono per il riconoscimento delle attenuanti. La sentenza è attesa per il 28 novembre.