Il Teatro Biondo di Palermo ha un nuovo direttore artistico: l’attore e regista Valerio Santoro. La sua nomina, decisa dal Consiglio di Amministrazione del teatro, ha seguito un lungo e controverso processo di selezione, portando alla luce le complesse dinamiche tra arte e politica. In un’epoca in cui il teatro dovrebbe essere un presidio di autonomia e bellezza, la scelta di Santoro riflette un sottile equilibrio di influenze e pressioni.
Polemiche e Influenze Politiche
La nomina di Santoro, sostenuta dal partito Fratelli d’Italia, ha suscitato numerose polemiche tra operatori culturali e la comunità artistica di Palermo, che hanno espresso preoccupazioni sui criteri di selezione. Pamela Villoresi, direttrice uscente del Teatro Biondo, aveva nei mesi scorsi espresso il suo rammarico per non poter continuare alla guida del teatro, sottolineando come la sua nomina nel 2019 fosse avvenuta senza alcuna “protezione” politica e come il suo mandato sia stato interrotto per ragioni che poco hanno a che fare con il merito artistico.
Un Processo di Selezione Complesso e Contrastato
La scelta del Consiglio di Amministrazione è arrivata dopo mesi di trattative e audizioni. Nella riunione del 12 novembre 2024, tenutasi a Villa Zito, il Consiglio ha ascoltato i quattro candidati finalisti, tra cui Santoro, Luca Lazzareschi (sostenuto da Forza Italia) e altri due candidati di cui non sono stati resi noti i nomi. La scelta, già nell’aria da tempo, era stata nei giorni scorsi anche oggetto di una lettera aperta della comunità artistica locale nella quale si esprimevano preoccupazioni sulla solidità del profilo di Santoro e si invitava il Consiglio a considerare figure più legate al territorio.
Le Critiche del Sindacato Slc Cgil
Anche il sindacato Slc Cgil Palermo, attraverso il segretario generale Fabio Maggio, aveva espresso dubbi sulla trasparenza del processo selettivo, criticando le logiche spartitorie dei partiti. Maggio aveva sottolineato l’importanza di affidare la direzione del teatro a una figura in grado di rinnovare la linfa artistica e organizzativa del Teatro Biondo, valorizzando la cultura locale e rispondendo alle aspettative della comunità palermitana.
Il Profilo di Valerio Santoro
Alla fine, il Consiglio ha scelto Valerio Santoro, attore, regista e direttore artistico nato a Caserta nel 1972. Fondatore dell’associazione culturale “La Pirandelliana”, successivamente trasformata in società a responsabilità limitata, Santoro ha prodotto spettacoli di prosa di rilievo nazionale e collaborato con importanti registi italiani. Tuttavia, la sua esperienza nel settore privato e la mancanza di una precedente direzione in un teatro pubblico hanno alimentato le critiche degli oppositori alla sua nomina.
Una Visione per il Futuro del Teatro Biondo
Di certo Teatro Biondo, punto di riferimento culturale per Palermo e per la Sicilia, richiede una direzione capace di coniugare competenza artistica e gestione manageriale per mantenere alto il livello qualitativo della programmazione e della produzione artistica. Il Consiglio di Amministrazione ha motivato la scelta di Santoro sottolineando la necessità di un “cambio di passo” che possa ampliare il pubblico del teatro e offrire una nuova visione artistica. Santoro, dal canto suo, ha già dichiarato di voler portare avanti una programmazione che unisca le migliori produzioni internazionali e le eccellenze locali, valorizzando il patrimonio culturale di Palermo.
Una Scommessa sul Futuro
Il mandato di Santoro, che durerà dal 2025 al 2027, rappresenta una prova cruciale per il futuro del Teatro Biondo, che negli ultimi anni ha cercato di affermarsi come un punto di riferimento culturale, non solo in Sicilia ma in tutta Italia. Resta da vedere se Santoro saprà rispondere alle sfide poste dal contesto politico e dalle aspettative del pubblico e degli operatori culturali, che osservano con attenzione e speranza il futuro dell’istituzione.
Arte o Politica? La Domanda Aperta sul Teatro Biondo
In definitiva, la nomina di Santoro solleva interrogativi più profondi su quale debba essere l’essenza del Teatro: un’istituzione legata al cuore pulsante della comunità locali o un veicolo di strategie di partito? Nel caso del Biondo la scelta di puntare su un “cambio di passo” appare una scommessa coraggiosa e rischiosa, nel tentativo di ridefinire il profilo artistico e manageriale di uno dei teatri più rappresentativi della Sicilia.