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Finanziaria regionale e Province nell’impasse, l’analisi dell’on. Lombardo a RadioTaormina Tv

Il blocco politico e amministrativo che frena gli enti intermedi da oltre un decennio
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La trasmissione TaoMattina Live, condotta da Carmelo Caspanello su Radio Taormina, ha ospitato l’onorevole Giuseppe Lombardo per approfondire il tema della riforma delle province in Sicilia. Un argomento spinoso, rimasto irrisolto per oltre un decennio, con implicazioni che penalizzano lo sviluppo locale e la governance territoriale.

“Sono passati undici anni dalla decisione di abolire le province voluta dal governo Crocetta”, ha ricordato l’onorevole Lombardo, citando un suo post del 2013 che oggi appare quanto mai attuale. “In questo periodo si è proceduto con continui rinvii e soluzioni temporanee, senza mai arrivare a una riforma definitiva”. Il risultato? Le Province siciliane sono diventate enti senza un vero governo politico, con le competenze ancora formalmente assegnate, ma senza risorse adeguate per gestirle.

Un sistema inceppato
Dal 2015, anno di approvazione della legge regionale n. 15 che introduceva l’elezione di secondo livello, le elezioni sono state rinviate per ben sedici volte. A dicembre 2023 sembrava che si potesse finalmente tornare al voto, ma la decisione è stata nuovamente sospesa, preferendo puntare sull’elezione diretta. Quest’ultima però, come sottolineato da Lombardo, presenta profili di incostituzionalità e necessita di un paracadute normativo a livello nazionale.

“Da dodici anni le province sono gestite da commissari senza un progetto politico chiaro per il futuro,” ha spiegato Lombardo. “Le città metropolitane e le province non hanno organi politici, e questo si riflette negativamente su servizi fondamentali come scuole, strade e pianificazione territoriale.” Il caso di Messina è emblematico: l’ente è passato da 1.500 a meno di 500 dipendenti, senza risorse sufficienti per redigere bilanci adeguati.

Prospettive future
L’onorevole Lombardo ha inoltre commentato l’approvazione della legge di stabilità regionale, sottolineando come siano stati garantiti 100 milioni di euro per interventi sul territorio, ma ammettendo che non si tratta della migliore legge possibile. “Abbiamo comunque ottenuto risultati importanti per la provincia di Messina e altre aree della Sicilia,” ha affermato, auspicando una rapida pubblicazione della norma in Gazzetta Ufficiale.

La mancanza di un progetto politico chiaro per gli enti intermedi resta un nodo cruciale. Lombardo ha promesso di tornare presto per approfondire ulteriormente l’argomento, soprattutto in merito agli effetti della finanziaria sui comuni siciliani.

La riforma delle province appare ancora lontana dal trovare una soluzione definitiva, intrappolata in un’alternanza di scelte contraddittorie che ricorda il celebre “gioco dell’oca”: un continuo ritorno al punto di partenza.