MESSINA (IN ALLEGATO L’INTERVISTA INTEGRALE) – “Messina si colloca tra le province italiane con i livelli di spesa sociale più bassi. Non stiamo parlando solo di numeri, ma di persone lasciate indietro da un sistema che non riesce a rispondere ai bisogni essenziali”. Con queste parole Stefania Radici, segretaria confederale della Cgil Messina, ha commentato la situazione del welfare territoriale durante l’intervista rilasciata a TaoMattina Live, il programma condotto da Carmelo Caspanello su RadioTaormina Tv.
Spesa sociale insufficiente e disuguaglianze territoriali
Nel corso della trasmissione, Radici ha delineato un quadro preoccupante: con una spesa pro-capite di appena 62 euro, Messina si posiziona al 98° posto tra le 107 province italiane, ben lontana dalla media nazionale di 142 euro. Una condizione che non solo penalizza le fasce più vulnerabili, ma rende il sistema incapace di affrontare sfide sempre più complesse, come l’invecchiamento demografico e l’aumento delle disuguaglianze.
La segretaria ha puntato i riflettori sul Distretto Socio-Sanitario D32, con Taormina comune capofila, dove la spesa sociale pro-capite si ferma a 58 euro. Una cifra che, secondo Radici, evidenzia le disparità tra i comuni del distretto e una distribuzione delle risorse che penalizza le aree più fragili. “Nel nostro territorio – ha spiegato – i servizi per minori, disabili e anziani sono fortemente sottodimensionati. La copertura degli asili nido, ad esempio, è ferma all’8%, una percentuale che compromette sia lo sviluppo dei più piccoli che la possibilità per molte famiglie di conciliare lavoro e vita privata”.
Pnrr, opportunità e ritardi
Radici ha anche sottolineato le criticità legate all’assistenza domiciliare per disabili e anziani, disponibile solo in una piccola parte dei comuni del distretto. “Il welfare non può essere un lusso per pochi. È un diritto fondamentale e un motore di sviluppo economico e sociale”.
Uno spazio significativo dell’intervista è stato dedicato alle opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), con progetti come le Case di Comunità e i Centri Operativi Territoriali che potrebbero rappresentare una svolta per il sistema di welfare locale. Tuttavia, Radici ha evidenziato i ritardi nell’avvio dei lavori e le difficoltà di gestione dei fondi da parte dei comuni. “Il Pnrr è un’occasione irripetibile, ma se non miglioriamo la capacità di progettazione e utilizzo delle risorse rischiamo di perdere questa possibilità di rilancio”.
Un welfare che metta al centro le persone
La segretaria ha infine ribadito la necessità di un cambiamento strutturale, che parta dal rafforzamento del personale qualificato, con stabilizzazioni e nuove assunzioni, e dalla creazione di una governance più coordinata e inclusiva tra i comuni del territorio. Ha inoltre insistito sull’importanza di coinvolgere attivamente i cittadini e gli attori locali nella progettazione e nel monitoraggio dei servizi, per rispondere in modo più mirato e partecipato ai bisogni reali della popolazione.
“Il welfare territoriale – ha concluso – non può essere trattato come un’emergenza cronica, ma deve diventare una priorità politica e sociale. È il momento di superare le disuguaglianze e costruire un sistema che metta davvero al centro le persone e il loro benessere”.
IN ALLEGATO L’INTERVISTA INTEGRALE