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L'iniziativa

La sezione Anpi Messina Jonica intitolata al partigiano Francesco Garufi, un esempio di coraggio e impegno civile

Un omaggio ad un partigiano siciliano, simbolo della Resistenza e dell’impegno civile nella riviera jonica

S.TERESA DI RIVA – Un nome che richiama il coraggio, la lotta per la libertà e l’impegno civile: sarà Francesco Garufi, partigiano siciliano che combatté per la liberazione d’Italia dal nazifascismo, a dare nuova identità alla sezione Anpi (associazione nazionale partigiani d’Italia) della zona jonica della provincia di Messina. La decisione è stata presa all’unanimità durante l’assemblea dell’associazione, riunitasi sabato 1 marzo. A renderlo noto è la presidentessa della sezione, la professoressa Angela Maria Trimarchi. Un’azione, quella intrapresa, che non rappresenta solo un omaggio formale, ma un atto di memoria e di riconoscenza verso chi ha sacrificato la propria giovinezza e il proprio futuro per l’affermazione dei valori di giustizia e democrazia, che oggi fondano la Costituzione italiana. “Siamo orgogliosi di questa scelta, perché essa corrisponde esattamente alla missione che ci siamo dati, recuperare la memoria dei tanti partigiani dei nostri comuni della riviera jonica messinese, di cui si erano perse le tracce. Molti presenti alla riunione conoscevano Francesco Garufi, ma ignoravano il suo passato nella lotta per la liberazione d’Italia dal nazifascismo”, ha dichiarato la presidentessa Trimarchi.

La storia di Francesco Garufi, partigiano “Rocca

Nato a Roccalumera il 21 gennaio 1923, Francesco Garufi visse a lungo a Santa Teresa di Riva, dove è scomparso il 20 luglio 2009. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Garufi, allora militare dell’aeronautica di stanza all’aeroporto di Villafranca di Verona, si trovò in una terra devastata dal caos e dall’occupazione nazista. Fuggito dall’aeroporto insieme ad altri compagni, trovò rifugio in un’azienda agricola della famiglia Zocca, che con grande rischio personale lo ospitò e lo aiutò a sfuggire alle retate tedesche. Dopo essere riuscito a spostarsi in treno fino a Fabbrico, in Emilia-Romagna, fu accolto dalla famiglia Verzelloni, che lo ospitò in casa fino a quando decise di unirsi attivamente alla Resistenza, entrando a far parte della 77ª Brigata Sap (Squadre di Azione Patriottica) con il nome di battaglia “Rocca”, combattendo a fianco dei partigiani emiliani fino alla Liberazione nazionale. Per il suo coraggio e il suo contributo alla lotta di liberazione, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, su proposta del Ministro della Difesa Giovanni Spadolini, gli conferì il Diploma d’onore di combattente per la libertà d’Italia 1943-1945, il 27 febbraio 1985.

Garufi mantenne per tutta la vita un legame profondo con Fabbrico e con l’Anpi locale, rapporto di amicizia e riconoscenza che durò fino ai suoi ultimi giorni. Ma la sua attività non si fermò alla memoria del passato: da militante del Pci, dei Democratici di Sinistra e infine del Partito Democratico, continuò a impegnarsi politicamente e socialmente, portando avanti le idee di pace, giustizia e dignità del lavoro che lo avevano spinto a prendere le armi contro il nazifascismo. Anche quando le condizioni di salute non gli permettevano più di partecipare direttamente alla vita politica, Garufi rimaneva un punto di riferimento per la comunità, seguendo attentamente la politica locale e nazionale attraverso la lettura de l’Unità e di altre fonti d’informazione. La sua straordinaria voglia di comunicare e raccontare la sua esperienza di partigiano lo rese testimone prezioso per le nuove generazioni.

Una testimonianza che educa alla libertà

Non è la prima volta che la figura di Francesco Garufi viene ricordata pubblicamente. Nel maggio del 2005, in occasione dei sessant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, Garufi fu protagonista di un incontro-dibattito nella palestra del Liceo Classico “E. Trimarchi” di Santa Teresa di Riva, durante il quale raccontò agli studenti la sua esperienza di combattente nella Resistenza. In quell’occasione, insieme a lui, intervenne anche un altro concittadino, Francesco Moschella, che aveva vissuto l’internamento nei campi di prigionia tedeschi. Il loro racconto di sacrificio e impegno civile riscosse grande interesse tra i giovani, stimolando una riflessione profonda sul valore della democrazia e della libertà, diritti conquistati grazie al sacrificio di molti italiani che scelsero di opporsi al nazifascismo, anche a costo della vita.

L’eredità di un uomo libero

La decisione dell’Anpi Messina Jonica di intestare la sezione a Francesco Garufi è dunque un tributo sentito e doveroso. L’intitolazione non è solo un riconoscimento formale, ma un richiamo costante alla memoria, ai valori della Resistenza e alla necessità di difendere i principi democratici e costituzionali. La sua storia personale, così profondamente intrecciata a quella collettiva della lotta per la liberazione, continua ad essere fonte di ispirazione. Francesco Garufi non fu solo un partigiano, ma un cittadino consapevole, un uomo che non smise mai di battersi per la giustizia e la libertà, portando avanti quegli ideali anche nella vita civile e politica, a guerra finita. Come ha ricordato la presidentessa Angela Maria Trimarchi, “le sue idee si incarnano nella Costituzione italiana nata dalla Resistenza e dalla lotta al nazifascismo. Francesco Garufi rappresenta il modello di cittadino che non si arrende mai, che non smette mai di lottare per la libertà, la giustizia e la dignità del lavoro”.

Un omaggio quello dedicato, che esorta lle nuove generazioni a non dimenticare che la libertà di cui oggi godiamo è frutto di sacrifici, coraggio e scelte difficili compiute da uomini e donne straordinari.