CATANIA – Un duro colpo al traffico internazionale di droga è stato inferto dalla Guardia di Finanza etnea, che ha eseguito un’operazione ad ampio raggio contro un’organizzazione criminale dedita all’importazione di ingenti quantità di cocaina dal Sudamerica. Sei le persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Catania, su richiesta della direzione distrettuale antimafia. Contemporaneamente, le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di più di 7 milioni di euro.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica e condotta dagli specialisti del gruppo operativo antidroga del nucleo di polizia economico finanziaria di Catania, ha consentito di ricostruire nel dettaglio l’attività illecita del gruppo, che operava attraverso un collaudato sistema di importazione e distribuzione della droga. L’indagine si è avvalsa di attività tecniche di intercettazione, pedinamenti e riscontri diretti, supportate dall’utilizzo delle banche dati in uso al corpo, nonché da servizi di osservazione con le unità cinofile dei “baschi verdi” di Catania e la collaborazione del Nucleo Pef di Reggio Calabria e del Gruppo di Locri. Il sodalizio, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe introdotto in Italia almeno tre carichi di cocaina per un peso complessivo di oltre 215 chili, occultati in doppi fondi ricavati all’interno di container utilizzati per l’importazione di frutta dal Sudamerica. Un quarto tentativo, finalizzato all’introduzione di altri 300 chili di stupefacente, non si sarebbe invece concretizzato.
Secondo quanto ricostruito, la droga, una volta giunta nel porto di Catania, veniva estratta dai container all’interno della sede di una società di gestione dei servizi portuali, situata nella zona industriale del capoluogo etneo, da lì, lo stupefacente veniva suddiviso e consegnato ai destinatari, dietro il pagamento di una percentuale del 40% della quantità importata, quale compenso per il servizio di “recupero”. Tra gli arresti spiccano le figure di un uomo già condannato nel 2010 per traffico di sostanze stupefacenti e del figlio, entrambi impiegati presso la suddetta società operante nell’area portuale. L’uomo, secondo gli inquirenti, avrebbe mantenuto stretti contatti con esponenti del clan Pillera/Puntina, tra cui un soggetto già condannato per associazione mafiosa e traffico di droga con sentenza definitiva del 2007. Nonostante le cautele adottate dagli indagati, l’attività investigativa della Guardia di Finanza, svolta in condizioni di massima riservatezza, ha consentito di accertare, ferma restando la presunzione di innocenza fino a eventuale condanna definitiva, il sistematico coinvolgimento del gruppo nel traffico internazionale di stupefacenti.
Il Gip, valutando il grave quadro indiziario delineato dagli inquirenti, ha disposto la custodia cautelare in carcere per i sei indagati. Parallelamente, è stato eseguito il sequestro preventivo, anche per equivalente, di denaro contante e beni mobili e immobili, fino a concorrenza della somma di 7,7 milioni di euro, considerata il profitto derivante dalle attività illecite.