Crisi di nervi
L'INCONTRO

Un volto impresso sul lino: la Sindone spiegata agli studenti di S. Teresa da Emanuela Marinelli

Nella palestra del Liceo Caminiti-Trimarchi, l’intervento in videocollegamento della studiosa ha proposto una lettura storica e scientifica del sacro telo

S. TERESA DI RIVA – Un telo di lino lungo oltre quattro metri, l’immagine di un uomo crocifisso impressa in modo ancora inspiegabile e una domanda che attraversa i secoli: chi è l’Uomo della Sindone? A questa e ad altre domande ha risposto la professoressa Emanuela Marinelli, collegata in videoconferenza con gli studenti del Liceo Caminiti-Trimarchi, riuniti nella palestra dell’istituto per seguire l’incontro.

Biologa e geologa, autrice di numerosi volumi sul tema, Marinelli ha proposto una lettura interdisciplinare della Sindone, tra dati scientifici e riferimenti storici, sottolineando come l’unica certezza condivisa dagli studiosi sia che quel sudario ha realmente avvolto il corpo senza vita di un uomo crocifisso duemila anni fa, in modo del tutto compatibile con i racconti evangelici.

L’iniziativa è stata promossa da padre Massimo Briguglio, docente al liceo Scientifico di S. Teresa e parroco a Furci Siculo, il quale ha aperto l’incontro ricordando l’esposizione permanente di una copia certificata della Sindone nella chiesa del paese in cui svolge la sua missione pastorale. Un segno di devozione, ma anche uno strumento educativo e spirituale, capace di suscitare domande nei più giovani.

A portare i saluti iniziali è stata la dirigente scolastica Manuela Raneri, che ha ribadito il valore dell’approfondimento critico e della conoscenza diretta di fonti e ricerche: “Offrire spazi di confronto su temi complessi e culturalmente significativi fa parte della missione della scuola”.

Nel corso della conferenza, Marinelli ha illustrato i limiti della famosa datazione al Carbonio 14, che collocava la Sindone nel Medioevo: “Il campione analizzato – ha spiegato – proveniva da una zona marginale e rammendata. Le analisi statistiche successive, anche italiane, hanno evidenziato anomalie troppo ampie per essere ignorate”.

La studiosa ha poi approfondito il tema dell’immagine impressa sul telo, definita da alcuni scienziati come il possibile effetto di una fortissima radiazione luminosa, e ha condiviso una riflessione: “Un bambino, vedendola, ha detto che è come un selfie della Via Crucis. È una sintesi sorprendente. Perché su quel telo c’è tutto: il dolore, la morte, ma anche il segno della resurrezione”.

L’incontro si è arricchito grazie al dialogo finale con gli studenti, che hanno rivolto alla relatrice domande puntuali e curiose, spaziando da aspetti storici a questioni scientifiche, dal confronto con i testi evangelici al significato che la Sindone può ancora avere oggi.

L’intervento si è concluso proprio con questo scambio, a dimostrazione dell’interesse e della voglia di approfondire da parte dei ragazzi. Un’occasione di confronto che ha lasciato aperte molte riflessioni e che, al di là delle convinzioni personali, ha invitato tutti a guardare con occhi nuovi una delle testimonianze più discusse e studiate della storia cristiana.