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“Crisi di nervi”, il genio ironico di Čechov in scena al teatro Vittorio Emanuele

Il maestro Peter Stein dirige tre atti unici Čechoviani, in scena a Messina tra comicità, paradossi e nevrosi quotidiane

MESSINA – Basta una proposta di matrimonio per far scoppiare un litigio, un monologo su un vizio innocuo per svelare un’esistenza infelice, un incontro tra sconosciuti per trasformarsi in un duello amoroso. Le piccole crepe della quotidianità diventano vere e proprie “Crisi di nervi” nei tre atti unici di Anton Čechov, che il regista Peter Stein porta in scena al teatro Vittorio Emanuele di Messina. Traendo spunto dalle commedie scritte dall’autore russo tra il 1884 e il 1891, l’obiettivo di Stein è quello di innescare una riflessione sul mondo quotidiano, sul paradosso e sull’assurdità delle relazioni umane interpretate sul palco da volti noti del panorama teatrale italiano come Maddalena Crippa, Sergio Basile, Alessandro Sampaoli, Gianluigi Fogacci, Alessandro Averone ed Emilia Scatigno, dando vita a personaggi comici e tragici allo stesso tempo, in pieno stile čechoviano.

Il rigore e la visione di Peter Stein

Dopo una carriera costellata di successi, dalla fondazione della celebre Schaubühne di Berlino fino ai grandi allestimenti internazionali , Peter Stein affronta ancora una volta Čechov, autore che conosce e al quale restituisce straordinaria sensibilità, con grande maestria. L’adattamento firmato insieme a Carlo Bellamio, assistente alla regia, propone una lettura asciutta, ironica e tagliente di tre piccole perle teatrali. “Questi vaudeville, sono piene di sarcasmo, comicità paradossale, stravagante assurdità e folle crudeltà. Čechov li scrisse dopo aver giurato che non avrebbe mai più toccato il teatro drammatico, deluso dagli insuccessi iniziali. E invece, proprio da questi testi minori, emerge la sua capacità di raccontare l’uomo con disarmante lucidità”, ha affermato il regista.

Tre quadri comici (e profondamente umani)

Il primo, dei tre atti, “L’orso“, racconta l’incontro-scontro tra una giovane vedova e un creditore ruvido e passionale. Tra battibecchi e provocazioni, la tensione si trasforma in attrazione, disegnando un duello verbale che diverte e sorprende. A seguire, “I danni del tabacco”, un monologo tragicomico in cui un uomo, chiamato a parlare dei pericoli del fumo, finisce per sfogare tutto il peso della sua esistenza coniugale, con esiti tanto ridicoli quanto toccanti. Chiude il trittico “La domanda di matrimonio“, atto in cui una proposta amorosa si trasforma in un’esilarante disputa tra futuri sposi, tra rivendicazioni, fraintendimenti e crisi di orgoglio. Tre atti brevi, tre crisi emotive, tre esplosioni di ordinaria nevrosi che, sotto la lente dell’ironia, raccontano l’inconscio e i tic della società moderna con disarmante attualità.

Scene, costumi e luci, un impianto scenico elegante

A completare la forza della regia, un impianto scenico curato nei dettagli, con le scene di Ferdinand Woegerbauer, i costumi firmati Anna Maria Heinreich e le luci di Andrea Violato, che contribuiranno a restituire un’atmosfera sospesa tra il grottesco e il poetico, che ben si adatta al linguaggio teatrale di Čechov. Lo spettacolo, prodotto da Tieffe Teatro Milano e Teatro Quirino Vittorio Gassman, andrà in scena venerdì 28 e sabato 29 marzo alle 21.00, con replica domenica 30 marzo alle ore 17.30.