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“Mimma e il Principe azzurro”, in scena la ricerca di un amore tra equivoci e ironia

Al teatro Fontanarò, la nuova commedia di Bartolomeo Cosenza svela le fragilità del cuore e i paradossi della realtà di ogni giorno

PALERMO – Una commedia brillante, sospesa tra il sogno e la disillusione, si prepara a conquistare il pubblico del Teatro Fontarò. Il 3 maggio alle 21.15 e il 4 maggio alle 18.15 andrà in scena “Mimma e il Principe azzurro”, firmata dal giovane drammaturgo palermitano Bartolomeo Cosenza, con la regia arguta e scanzonata di Bibi Bianca. Lo spettacolo assicura momenti di grande comicità, ma al tempo stesso invita a riflettere con lucidità sui desideri, le illusioni e le contraddizioni della società contemporanea.

Un viaggio tra amore, delusioni e illusioni

Protagonista della pièce è Mimma Cannazza, donna smarrita e disillusa, abbandonata dal suo grande amore, il vicino di casa Nunzio Scimemi, che fugge con l’amministratrice di condominio Adalgisa Spicazza, portando con sé, non solo il cuore di Mimma, ma anche i soldi della gestione dell’edificio. Accusata dal portiere Celeste Sucato di complicità nella truffa, Mimma sembra più afflitta per la perdita sentimentale che per le possibili grane legali. Ma è proprio in questo stato di sospensione tra realtà e sogno che si inserisce l’intervento salvifico o forse tragicamente comico del mago Zorrostro, che le predice l’arrivo del tanto agognato “principe azzurro”. Da qui si dipana una sequela di episodi surreali, con Mimma lanciata in una folle ricerca dell’uomo ideale, affiancata dalla commare Clementina Pisciotta e da un Celeste Sucato trasformato in bizzarro “procacciatore” di pretendenti.

Tre principi, nessuna favola

La parata di aspiranti principi azzurri non tarda ad arrivare, ma è tutta fuorché favolistica. C’è Anacleto Cannatella, psicopatico ipocondriaco e patologicamente tirchio, Giuseppe Lo Cascio, anziano sordo e sommerso dai debiti ma appassionato di teatro ed infine Nicola Gracchio, cantante neomelodico, sboccato e dedito all’alcol. Figure grottesche, caricature iperboliche ma incredibilmente familiari, che incarnano sogni infranti, manie quotidiane e la solitudine dell’uomo moderno.

Uno specchio (comico) della società palermitana

Nel microcosmo messo in scena dal drammaturgo Cosenza si riflette l’essenza dell’”Homo Panormitanus”, come lui stesso lo definisce. Un essere umano tragicomico, sospeso tra la voglia di amare e la paura di fidarsi, tra il bisogno di credere nelle favole e la consapevolezza cinica della realtà. Lo spettacolo, nel suo tono scanzonato e brillante, non rinuncia a colpire nel profondo, con un’ironia che spesso lascia il retrogusto della malinconia. Il testo di Cosenza, costruito con maestria e sensibilità, dimostra come la comicità possa essere un veicolo potentissimo per sondare le pieghe dell’animo umano. La regia di Bibi Bianca valorizza ogni battuta, ogni silenzio, ogni gesto, donando ritmo e vivacità a un’opera che ha già conquistato il pubblico nei precedenti allestimenti.

Un cast affiatato e di talento

Sul palco, un cast brillante e versatile composto da: Valentina Franzone, Elisabetta Inzerillo, Roberto Mannino, Giorgio Barone, Bibi Bianca e Carlo Muraglia, che daranno vita a personaggi credibili nella loro assurdità, efficaci nella loro teatralità e profondamente umani nella loro caricatura. Lo spettacolo non si propone esclusivamente come una commedia da vedere, ma come una finestra aperta sui desideri e le contraddizioni di un’intera società.

In un’epoca in cui si cerca il lieto fine scrollando tra profili digitali e illusioni a portata di clic, Mimma ci ricorda che spesso ciò che cerchiamo è già accanto a noi e che, in fondo, l’amore non è mai perfetto, ma profondamente umano.