TAORMINA – Nell’ambito della terza giornata del Taobuk – Taormina International Book Festival, il palcoscenico culturale di Taormina si è trasformato in uno spazio di confronto sul futuro dell’Italia digitale. Ad inaugurare la mattinata, il panel “Coesione digitale, Intelligenza Artificiale e Pubblica Amministrazione” attraverso le voci di due figure di primo piano nel panorama istituzionale e giuridico nazionale, quella di Paolo Zangrillo, Ministro per la Pubblica Amministrazione e Gaetano Armao, professore di Diritto Amministrativo, moderati dalla giornalista del Sole 24 Ore Manuela Perrone ed introdotti dal direttore editoriale di ilSicilia.it, Maurizio Scaglione.
Nodo centrale della discussione è stata la digitalizzazione della pubblica amministrazione, che, come sapientemente esposto dai relatori, non può prescindere da infrastrutture aggiornate e competenze diffuse. Armano ha da subito messo in guardia contro il rischio di dare per scontata la maturità digitale del paese: “Pensare di introdurre l’intelligenza artificiale nella Pa senza competenze digitali diffuse è come voler attuare la democrazia in un Paese senza alfabetizzazione, con l’ignoranza non può esserci cittadinanza consapevole”.
Il professore ha ribadito l’importanza della digitalizzazione come applicazione di un principio fondamentale del buon governo, quello dell’accesso libero, trasparente e sicuro ai servizi pubblici. In questa prospettiva, la coesione digitale è precondizione per l’efficienza amministrativa e l’equità territoriale, ma richiede strumenti normativi e tecnici idonei, con particolare attenzione alla cybersecurity, alla protezione dei dati sensibili e alla costruzione di banche dati interoperabili.
Zangrillo ha posto l’accento sulla centralità dei cittadini: “L’IA è una straordinaria opportunità, ma non basta introdurla nei sistemi – ha dichiarato – occorre coinvolgere chi li utilizza”. Da qui l’idea di investire nella formazione con poli formativi territoriali, veri e propri hub di competenza dove università, imprese e pubbliche amministrazioni si confrontano in base alle esigenze dei territori. Evidenziando i progressi tecnologi e necessari della pubblica amministrazione Zangrillo, ha inoltre evidenziato l’importanza del rilancio del portale InPA, tassello strategico che ha rivoluzionato l’accesso ai concorsi pubblici, riducendo drasticamente i tempi e rendendo la PA più attrattiva per i giovani. “In un Paese con un’età media superiore ai 50 anni, è fondamentale attrarre nativi digitali, che portano velocità, innovazione e contaminazione positiva”, ha spiegato il ministro.
Tema chiave del confronto è stato anche il BIM (Building Information Modeling), ormai essenziale nella digitalizzazione del settore edilizio e degli appalti pubblici.
Le lezioni americane e i confini tra umanità e tecnologia. Esattezza
Uno degli appuntamenti più stimolanti dal punto di vista filosofico, tecnologico e culturale è stato rappresentato dal panel “La trilogia degli antenati” , che ha tratto ispirazione dalla presentazione del volume Il Cavaliere Artificiale. Italo Calvino e la memoria del futuro, firmato da Andrea Prencipe e Massimo Sideri, una riflessione su come la dimensione digitale stia ridefinendo i confini della percezione, dell’identità e dell’informazione.
A moderare l’incontro è stato proprio Massimo Sideri, editorialista del Corriere della Sera, autore e profondo conoscitore dei temi dell’innovazione e della cultura tecnologica. Il dibattito si è sviluppato lungo le coordinate del pensiero calviniano, a partire dal Cavaliere inesistente, per esplorare la connessione tra passato letterario e futuro digitale, tra immaginazione e intelligenza artificiale. A dialogare con Sideri, alcuni tra i più autorevoli studiosi dei media e delle tecnologie emergenti: Derrick de Kerckhove, sociologo della comunicazione e allievo di Marshall McLuhan, Andrea Prencipe, economista e già rettore della Luiss, Jeffrey Schnapp, teorico dei media digitali e fondatore del metaLAB di Harvard, e Valentina Sumini, architetta dello spazio e docente al MIT.
Il panel ha incarnato perfettamente il tema portante dell’edizione 2025 del festival, “Limes è limite”: il confine come soglia tra verità e manipolazione, tra umano e artificiale, tra immaginazione e realtà costruita. La trilogia calviniana de: il cavaliere inesistente, il visconte dimezzato, il barone rampante, è così diventata metafora della condizione contemporanea, che appare sospesa, disgregata e potenzialmente ricomposta grazie all’intervento critico della cultura e della tecnologia.
Susanna Tamaro, la scrittura come rifugio dell’anima e luce per l’umanità
Tra i momenti più intensu della giornata, l’incontro con l’autrice Susanna Tamaro, che verrà premiata con il prestigioso Taobuk Award for Literary Excellence, proprio nella terza giornata della manifestazione, per un percorso letterario che ha saputo scandagliare i territori più intimi dell’animo umano con rara sensibilità e profondità. Nel corso del dialogo con Caterina Andò, giornalista e membro del comitato scientifico del festival, l’autrice ha ripercorso le tappe più significative della sua esistenza e della sua produzione narrativa, svelando, con la consueta sincerità, quanto la scrittura sia per lei non solo un mestiere, ma una vocazione salvifica, una lente attraverso cui leggere il mondo e restituirlo nella sua verità più essenziale.
Autrice tra le più amate e lette della contemporaneità, Susanna Tamaro ha saputo dare voce, con uno stile limpido ed universale, ad interrogativi profondi quali, la ricerca di senso, la solitudine esistenziale, la necessità di riconciliarsi con sé stessi e con gli altri. Le sue opere, sono divenute pagine di riferimento per lettori di ogni generazione, capaci di parlare con autenticità tanto al cuore quanto alla ragione.
Particolarmente toccante è stato il passaggio in cui l’autrice ha condiviso con il pubblico il tema della malattia che l’ha accompagnata sin dall’infanzia. Una condizione che, come ha raccontato, le ha fatto sperimentare presto il senso della differenza, della vulnerabilità, ma che ha anche acceso in lei, il desiderio urgente di trovare rifugio nella parola scritta. Con opere come Va’ dove ti porta il cuore o Per sempre, l’autrice ha saputo costruire ponti tra anime e culture, restituendo alla letteratura il suo compito più alto, illuminare il senso dell’umano, curare le ferite invisibili e dare forma alla speranza. In un’epoca disorientata, in cui il rumore spesso soffoca il pensiero, la voce di Susanna Tamaro si erge come bussola emotiva e spirituale, ricordandoci che “scrivere significa restare umani, anche quando tutto intorno sembra disumanizzarsi”.
Il cervello nell’era degli algoritmi: il futuro dell’umano tra rapidità e intelligenza artificiale
Ad indagare le trasformazioni neuro-cognitive e culturali innescate dall’intelligenza artificiale, un confronto, introdotto dalla magnifica Rettrice dell’Università di Messina, Giovanna Spatari, moderato da Massimo Sideri, editorialista del Corriere della Sera, che ha visto la partecipazione di filosofi, antropologi, psicologi e innovatori tecnologici.
Il punto di partenza è stato il provocatorio paper pubblicato su Nature da Massimo Chiriatti, Lenovo Technical & Innovation Officer e Giuseppe Riva professore di psicologia e tecnologie della comunicazione all’università Cattolica del Sacro Cuore, dal titolo “AI and the case for System 0”. Secondo i due studiosi, stiamo assistendo all’emergere di un nuovo modello cognitivo, un “Sistema Zero” che tra social network, algoritmi predittivi e piattaforme digitali, sta aggirando la riflessione critica e disintermediando la mente umana. Un’accelerazione che sposta sempre più la soglia della decisione dal pensiero al comportamento, rendendo urgente una riflessione etica, scientifica e politica sui limiti dell’umano nell’epoca dell’intelligenza artificiale.
A raccogliere e rilanciare il dibattito sono stati intellettuali del calibro di Luciano Floridi, filosofo dell’informazione e direttore del Digital Ethics Center di Yale e Maria Rosaria Taddeo, docente di Etica Digitale e Tecnologie della Difesa a Oxford, che hanno posto l’accento sull’urgenza di costruire una governance dell’IA fondata su principi democratici, trasparenza algoritmica e centralità della persona. Nel panel sono intervenuti anche Marco Aime, antropologo dell’Università di Genova, Jeffrey Schnapp, teorico dei media digitali e fondatore del metaLAB di Harvard e Giuseppe Riva, co-autore dello studio su Nature. In piena coerenza con il tema del Taobuk 2025, il panel ha rappresentato una riflessione cruciale sui confini tra uomo e macchina, mente ed algoritmo, evidenziando come, in un’epoca dominata dalla rapidità, la vera sfida sia difendere la profondità, costruendo un equilibrio tra l’innovazione e la dignità del pensiero umano.
Voci nuove e penne in cammino: a Taobuk spazio ai talenti emergenti con IoScrittore
Tra le voci affermate della letteratura contemporanea e i grandi temi globali, la terza giornata del Taobuk, ha riservato un momento speciale alle penne del futuro, ospitando un panel interamente dedicato a chi sogna di diventare autore o autrice. Nell’elegante cornice del festival, riconosciuto a livello internazionale per la sua capacità di coniugare cultura alta e dialogo accessibile, si è svolto l’atteso incontro con i semifinalisti del Torneo IoScrittore 2025, promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol (GeMS), tra le più significative piattaforme di scouting letterario italiane.
L’evento, moderato da Carlotta Sanzogni, responsabile PR e social media manager di Libraccio, ha coinvolto Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica del Taobuk, Stefano Mauri, presidente e AD di GeMS e Barbara Sardella, responsabile comunicazione delle Librerie Ubik. Un confronto dinamico, ricco di spunti pratici e ispirazione, che ha offerto una panoramica sullo stato dell’editoria contemporanea e sulle reali possibilità per chi desidera trasformare la scrittura in un mestiere.
Horcynus Orca, cinquant’anni dopo: la voce di Stefano D’Arrigo risuona ancora a Taobuk
Cinquant’anni dopo la sua prima pubblicazione, Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo torna a vivere con tutta la sua potenza evocativa e letteraria al festival, grazie a una celebrazione promossa da Fondazione Mondadori e Mondadori Editore. Un omaggio ad uno dei romanzi più complessi, affascinanti e monumentali del Novecento italiano, opera-simbolo della letteratura mediterranea, capace di tracciare una mappa narrativa dove il confine tra il reale e l’onirico si dissolve in un flusso linguistico visionario e mitopoietico.
Con la moderazione di Caterina Andò, la discussione ha visto la partecipazione di Maurizio Acri, nipote dello scrittore, Giorgio Forni, docente all’Università di Messina, Lydia Salerno, responsabile editoriale Bur Rizzoli e Paolo Verri, direttore generale della Fondazione Mondadori, che hanno condiviso prospettive critiche, aneddoti familiari e testimonianze editoriali, contribuendo a rinnovare il dialogo con un’opera che esplora totalmente il concetto del limite: geografico, esistenziale, linguistico e si inserisce perfettamente nel cuore tematico dell’edizione 2025 del festival, “Limes è limite”, interrogando le soglie tra storia e coscienza, tra mare e mito, tra l’uomo e il suo destino.
Altri sguardi sul confine: intelligenza artificiale, nuove autorialità e futuro della letteratura
Oltre ai grandi nomi della narrativa e della riflessione geopolitica, la terza giornata del Taobuk ha offerto una costellazione di panel tematici che hanno ampliato lo spettro del dibattito, interrogando il concetto di “limite” in ambiti complementari come la tecnologia, la creatività emergente, la memoria letteraria e il ruolo della scienza nella società.
Giulio Tremonti: la geopolitica del nostro tempo
Nel libro Guerra o Pace prodotto da Solferino, Giulio Tremonti propone una lucida analisi del nostro presente, incrociando conflitti militari, guerre economiche e mutamenti tecnologici. In dialogo con Maurizio Caserta, l’autore ha riflettuto sulla ridefinizione degli equilibri globali e sul rischio di marginalizzazione dell’Europa, tra “scoperta” dell’Asia, cyberspazio e tensioni ai confini orientali. Una riflessione che impone una nuova consapevolezza storica e strategica.
Peter Cameron la letteratura come empatia
Vincitore del Taobuk Award for Literary Excellence, lo scrittore statunitense Peter Cameron ha regalato al pubblico un intenso momento di dialogo con Luca Mastrantorio (Corriere della Sera). Attraverso i suoi romanzi, Cameron esplora i limiti dell’identità e della solitudine, dando forma a una narrazione empatica e umanissima. Il suo ultimo libro, Che cosa fa la gente tutto il giorno?, è una meditazione sulla condizione contemporanea, dove si incrociano desiderio, accettazione e connessione.
Zadie Smith, frantumare i confini della narrazione
Tra le voci più influenti della narrativa globale, Zadie Smith ha incantato il pubblico in una conversazione con Antonio Monda. La scrittrice ha affrontato i nodi della società multiculturale, dalla gentrificazione alle diseguaglianze, usando la letteratura come strumento per interrogare e ricomporre identità plurali. I suoi romanzi, da Denti bianchi a L’impostore, hanno raccontato le fratture e le bellezze di un mondo in trasformazione.
Massimo Recalcati e la tentazione del muro
Con una lectio intensa dal titolo La tentazione del muro, lo psicoanalista Massimo Recalcati ha messo al centro del discorso il significato profondo del confine, tra difesa dell’identità e apertura allo scambio. Introdotto da Caterina Andò, Recalcati ha analizzato le derive identitarie e il rischio di chiusure culturali, in un tempo che sembra aver dimenticato la funzione dialogica del limite.
Le lezioni americane tra etica e tecnologia
Il panel Lezioni americane – Coerenza ha acceso il dibattito sulla democrazia nell’era digitale. Con Enrico Letta, Anne Applebaum, Kia Nobre e Alessio Lo Giudice, moderati da Massimo Sideri, si è discusso di educazione, ricerca e libertà in un contesto globale minacciato da fake news, propaganda e disinformazione. La voce di Applebaum, Premio Pulitzer e vincitrice del Premio Strega Saggistica Internazionale, ha lanciato un appello a difendere i pilastri del sapere.
Il femminile tra potere e narrazione
Nel panel Confini del femminile, Gioconda Belli, Maria Sole Tognazzi, Macrina Marilena Maffei e Anna Maria Urso, introdotte da Valentina Pitrone e moderate da Massimo Sideri, hanno indagato i confini simbolici e reali che storicamente hanno definito la figura femminile. Una riflessione corale sulle trasformazioni culturali, sociali e linguistiche che ridefiniscono oggi il ruolo delle donne nella società.
La giustizia tra sfide globali e riforme
Nicola Gratteri, in dialogo con Elvira Terranova, ha presentato Una cosa sola (Mondadori), riflettendo sulla metamorfosi delle mafie moderne e sulla necessità di strumenti giuridici adeguati a una criminalità sempre più ramificata nel tessuto economico e istituzionale. Una voce lucida che invita a ripensare la giustizia come fondamento della democrazia.
La scrittura come riscatto interiore
Francesco Santocono ha presentato Chi vuol vivere per sempre (Algra Editore), in dialogo con Chiara Ponzo. Un romanzo sul dolore e sulla forza, sul caos dell’esistenza e sulla ricerca di senso. Un’intensa testimonianza di resilienza che mette a nudo la fragilità e il coraggio.
La terza giornata del Taobuk ha confermato la forza della cultura come spazio di interrogazione del presente e del futuro, intrecciando narrazioni personali e visioni sistemiche in una riflessione collettiva sulle soglie del nostro tempo.






