TAORMINA – La quarta giornata del Taobuk – Taormina International Book Festival 2025 si è rivelata un’immersione profonda nei territori della cultura, della coscienza e dell’immaginazione, dove il concetto di “confine”, tematica della rassegna giunta alla quindicesima edizione, ha assunto molteplici declinazioni quali quelle estetiche, spirituali, sociali, artistiche ed esistenziali.
Letteratura e metamorfosi: Amélie Nothomb e la dissoluzione dei limiti
In dialogo con la scrittrice Anna Giurickovic Dato, l’autrice belga Amélie Nothomb, vincitrice del “Taobuk Award for Literary Excellence 2025”, ha esplorato il tema della trasformazione, narrando un’umanità che si reinventa ed interroga. La sua opera letteraria, celebrata con numerosi premi tra cui il Prix Renaudot per il romanzo Stupore e tremorie ed il Premio Strega Europeo 2022 per Primo sangue, smonta le certezze dell’identità con una scrittura sospesa tra metafisica e realtà che fa della soglia tra corpo e spirito, uno spazio poetico e filosofico.
Fede, arte e alterità: un dialogo tra Antonio Spadaro e Michelangelo Pistoletto
Nel panel “Anelare all’infinito”, il gesuita Antonio Spadaro e l’artista Michelangelo Pistoletto hanno discusso dell’incontro tra spiritualità e creatività, sottolineando come la fede possa farsi spazio estetico e come l’arte possa offrire accesso alla meraviglia del reale. Spadaro ha portato riflessioni tratte dai suoi recenti scritti, compresi i dialoghi con Martin Scorsese Dialoghi sulla fede, mentre Pistoletto, seppur in collegamento da remoto, ha ribadito l’urgenza di un’arte capace di visione etica e rigenerazione collettiva.
Il futuro dell’editoria: tra carta stampata, bit e narrazione diffusa
n un incontro ricco di contributi da parte di voci autorevoli come Stefano Mauri, Innocenzo Cipolletta, Nino Rizzo Nervo, Giovanni Solimine, Massimo Turchetta e Giulio Perrone, si è discusso del ridisegno dei confini editoriali alla luce delle trasformazioni tecnologiche e culturali. Al centro del confronto, la transizione dall’editoria tradizionale al digitale, il cambiamento nel comportamento dei lettori, l’espansione delle piattaforme e la necessità di coniugare innovazione e qualità. È emerso con forza il valore della filiera editoriale italiana come patrimonio da preservare e rilanciare, promuovendo una narrazione capace di adattarsi senza smarrire la propria autorevolezza.
Monica Guerritore: arte come testimonianza civile
Monica Guerritore, attraverso il teatro ed il cinema, ha saputo trasformare la scena in un luogo di intensa introspezione e potente denuncia. Le sue interpretazioni di figure archetipiche come Medea, la Lupa o Giovanna d’Arco non solo incarnano una straordinaria padronanza tecnica, ma restituiscono l’arte come strumento politico e spirituale. Nell’incontro con Federico Pontiggia, l’attrice ha riflettuto sul senso profondo del mestiere dell’attore, riflettendo sulla responsabilità di dare voce al non detto, di affermare la verità con la parola e con il gesto e di non cedere mai al silenzio dell’indifferenza.
Spazio, scienza e immaginazione: la lezione della visibilità
Roberto Battiston, Barbara Mazzolai e Ramin Bahrami hanno esplorato le ultime frontiere della conoscenza umana, dallo Spazio alla robotica bioispirata. Il tema della visibilità, dell’invisibile reso tangibile, ha messo in relazione poesia, fisica e biotecnologie, mostrando come la ricerca scientifica e l’arte possano convergere nel disegno di futuri sostenibili e sorprendenti.
Goldberg, genio e lotta: il cinema come rivoluzione
Tra i panel più attesi del festival, quello con l’attrice Whoopi Goldberg, ha offerto un’intensa testimonianza della sua vita d’artista e attivista, attraversando con consapevolezza e carisma i linguaggi del cinema, della televisione e dell’impegno sociale. In un dialogo con Viviana Mazza, l’attrice ha raccontato la propria esperienza come voce per i diritti civili, ripercorrendo i momenti salienti di una carriera iconica e presentando il suo ultimo libro Frammenti di memoria. Con profondità e passione, Goldberg ha invitato il pubblico a non arrendersi ai pregiudizi e a credere nel potere dell’arte come spazio di libertà, trasformazione e giustizia.
L’identità come fluido: la riflessione di Roberta Scorranese
Nel suo saggio “In Fluido. Corpi mutevoli e instabili nell’arte“, Roberta Scorranese affronta il corpo come entità in divenire, capace di mutare e ridefinirsi oltre i canoni rigidi dell’identità. In dialogo con Andrea Giuseppe Cerra, la giornalista e autrice ha proposto una visione del corpo come soglia porosa tra visibile ed invisibile, apparenza e significato. Attraverso un’analisi che intreccia arte, mitologia e cultura contemporanea, Scorranese ha delineato un orizzonte post-identitario in cui la soggettività si configura come flusso e racconto, in costante trasformazione.
Tognazzi ed il cinema delle emozioni taciute
Nel corso dell’incontro con Maria Sole Tognazzi, la ragista ha condiviso la sua visione artistica intrecciando cinema e letteratura. A partire dal suo libro Ancora realizzato da Mondadori, Tognazzi ha raccontato una poetica fondata sulla delicatezza, sul silenzio e sulla riconciliazione come strumenti per esplorare l’interiorità umana. Il suo sguardo autoriale, già evidente in opere come Viaggio sola o nella serie Petra, mette in scena relazioni complesse, zone d’ombra emotive e spazi di libertà. Attraverso un linguaggio visivo essenziale ma profondo, Tognazzi restituisce all’amore, alla solitudine e alla scelta individuale una carica etica e narrativa, facendo del confine tra pubblico e privato un terreno fertile per riflettere sull’identità, sull’incontro e sulla possibilità di ricominciare.
K2 e introspezione: Massimiliano Ossini racconta la vetta
Nel libro “Un passo dalla vetta. Un passo dalla vita” (Rai Libri), Massimiliano Ossini narra l’ascesa al K2 insieme a una spedizione italo-pakistana tutta al femminile. Un’impresa che si trasforma in metafora dell’esistenza. Tra le nevi del Karakorum, ogni passo diventa riflessione sull’umiltà, sul coraggio e sulla fragilità come risorsa. Moderato da Valeria Brancato, l’incontro ha evidenziato la montagna come luogo di silenzio interiore e condivisione, dove il confine tra cronaca e introspezione si dissolve, aprendo spazi di riconciliazione profonda con sé stessi e con gli altri.
Mafia, pizzo e coscienza civile
Maurizio Scaglione ed Elio Sanfilippo hanno presentato il loro lavoro di denuncia sociale attraverso il saggio “Mafia e pizzo. Pagare non paga” di Spazio Cultura Edizioni, invitando a un cambiamento culturale profondo e alla rottura definitiva con le logiche oppressive della criminalità organizzata. In un dialogo moderato da Francesco Santocono, gli autori hanno intrecciato analisi storica e sociologica con un appello etico e civile. Il volume denuncia con rigore il pizzo come meccanismo sistemico di oppressione e violazione della libertà, e propone un itinerario di consapevolezza che va dalla memoria delle vittime all’impegno per una nuova stagione di legalità e dignità condivisa.
Luce e materia: l’arte sacra di Sergio Fiorentino
Nel libro fotografico “Acqua e Oro”, Sergio Fiorentino e Rosita Gia offrono un itinerario spirituale nell’arte, tra paesaggi siciliani, icone sacre e installazioni ambientali. Un incontro sul sacro che ritorna nel contemporaneo come linguaggio simbolico e forza generatrice.
Antonio Monda: memorie tra le due sponde dell’Atlantico
Nel suo libro “Incontri ravvicinati” di La nave di Teseo, Antonio Monda compone un mosaico di volti e storie che hanno plasmato la sua visione estetica ed intellettuale. In dialogo con Paolo Valentino, lo scrittore e saggista ha raccontato il suo viaggio tra le icone della cultura americana, da Al Pacino a Meryl Streep, da Muhammad Ali a Philip Roth, restituendo il ritratto di un secolo attraverso memorie personali, riflessioni culturali e un affetto profondo per la città di New York. Un racconto che intreccia autobiografia e storia collettiva, celebrando l’incontro come forma privilegiata di conoscenza e creazione.
Zanchini e la mediazione culturale nell’era digitale
Nel saggio La cultura nei media. Dalla carta stampata alla frammentazione digitale (Carocci), Giorgio Zanchini ripercorre l’evoluzione del racconto culturale lungo quattro secoli di trasformazioni. Dalle riviste letterarie del XVII secolo al ruolo emblematico della “terza pagina” nei quotidiani novecenteschi, fino alla rivoluzione dei social media e alla disgregazione algoritmica della contemporaneità, il volume analizza come la cultura si sia adattata e modificata nell’ambito della comunicazione pubblica. In un dialogo con Elvira Terranova, Zanchini ha riflettuto sul valore della mediazione culturale in un’epoca segnata dalla velocità e dalla frammentazione, indagando il confine sempre più sfumato tra approfondimento e intrattenimento, autorevolezza e spettacolarizzazione. Un invito a ripensare il ruolo dei media nella costruzione della coscienza collettiva e nella valorizzazione del pensiero critico.
Favino: incarnare le identità
Pierfrancesco Favino ha parlato del mestiere dell’attore come esercizio di ascolto, trasformazione e presenza. In dialogo con Federico Pontiggia, ha raccontato come ogni interpretazione, dal cinema al teatro, sia un processo di immersione profonda, in cui l’attore diventa veicolo di storie, emozioni e verità collettive. Ripercorrendo i momenti salienti della sua carriera, Favino ha sottolineato l’importanza di un impegno etico nel rappresentare la complessità dell’umano e la responsabilità di incarnare ruoli che sappiano lasciare un segno nella coscienza del pubblico.
Make-up come espressione identitaria: la visione di Tomarchio
Orazio Tomarchio ha raccontato il make-up come strumento di inclusione e linguaggio creativo per la ridefinizione del sé. In un tempo di confini estetici fluidi, la bellezza diventa racconto personale e gesto politico.
Melania Mazzucco e la libertà di essere altrove
Nel romanzo “Silenzio. Le sette vite di Diana Karenne“, Melania Mazzucco racconta la vita sorprendente e mutevole di Diana Karenne, artista e pioniera, in un elogio all’identità come atto di metamorfosi. In dialogo con Roberta Scorranese, la scrittrice ha offerto una riflessione profonda sulla possibilità di reinventarsi, sul valore del silenzio come spazio di voci nascoste e sulla scrittura come laboratorio di pluralità e libertà.
Anna Ferzetti: la forza del dettaglio
In dialogo con Federico Pontiggia, Anna Ferzetti ha raccontato la propria esperienza attoriale tra cinema e televisione, soffermandosi sul valore dell’ascolto, della sottrazione e del non detto nella costruzione di personaggi autentici e complessi. Ha riflettuto sull’importanza del gesto minimo, sulla forza del silenzio come strumento narrativo e sull’arte dell’interpretazione come spazio di umanità profonda e sfaccettata.
Horcynus Orca: un viaggio spettacolare nei fondali della letteratura
A suggellare la quarta serata del Festival è stato uno degli eventi più attesi e simbolici di questa edizione: la celebrazione del cinquantesimo anniversario di Horcynus Orca, capolavoro letterario di Stefano D’Arrigo, con un’imponente produzione scenica che ha trasformato il Teatro Antico in un palcoscenico visionario.
Andato in scena in prima assoluta, Horcynus Orca. Viaggio fantasmagorico nel mare della letteratura è stato uno spettacolo transmediale ideato da Gep Cucco, con la partecipazione registica di Davide Livermore e le musiche originali eseguite dal vivo da Max Casacci, fondatore dei Subsonica. Prodotto da Taobuk e Fondazione Mondadori con il sostegno di istituzioni pubbliche e private, lo spettacolo ha visto la partecipazione di artisti del calibro di Vinicio Capossela, Caterina Murino, Linda Gennari e lo stesso Livermore.
Diviso in quattro quadri evocativi: Le femminote, Il trasbordo, Il padre e L’orca, lo spettacolo ha fuso parola, arte visiva, suono e tecnologia digitale in una narrazione immersiva, site-specific, che ha reso omaggio all’opera di D’Arrigo non solo come testo letterario ma come architettura mitopoietica della memoria mediterranea.
A completare il tributo, il progetto educativo itinerante Tra il dire, il fare e disfare. L’Orca Horcynusa, a cura di Dario Tomasello e dell’Università di Messina, un’iniziativa che ha coinvolto le scuole superiori della regione con la distribuzione di 1000 copie del romanzo, promuovendo la riscoperta dell’opera tra le nuove generazioni.






