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Dal “Te Deum” ai “Chichester Psalms”, il teatro Massimo celebra la spiritualità con la musica corale

Sabato 5 e domenica 6 luglio, il coro e l’ensemble del teatro, si esibiranno in un trittico musicale, sotto la direzione del maestro Salvatore Punturo

PALERMO – La città si prepara a vivere due eventi carichi d’intensità emotiva e profondità musicale, nelle serate di sabato 5 e domenica 6 luglio alle 21, trasformando il teatro Massimo in un tempio sonoro per accogliere un concerto che intreccia tre capolavori del repertorio sacro novecentesco. Sotto la sapiente guida del maestro Salvatore Punturo, il coro e l’ensemble dell’orchestra del teatro, daranno vita ad un trittico che unisce tradizioni liturgiche ed idiomi musicali diversi, in un viaggio che abbraccia l’Europa centro-orientale, l’America del Nord e l’ebraismo biblico.

Un inno sinfonico alla spiritualità: il Te Deum di Dvořák

Ad aprire il programma sarà il monumentale Te Deum di Antonín Dvořák, eseguito nella versione per pianoforte. Composto nel 1892 per commemorare il quarto centenario della scoperta dell’America, quest’opera si impone per la sua maestosità corale e per l’intensità lirica dei suoi quattro movimenti, che richiamano la struttura di una sinfonia. Il canto della lode si alterna a passaggi di intimità spirituale, in una dinamica che rievoca il dialogo tra la coralità collettiva e l’interiorità individuale. A interpretare le parti solistiche saranno il soprano Emanuela Sala ed il baritono Salvatore Grigoli, con l’accompagnamento pianistico affidato a Claudio Marchetti.

La mestizia luminosa dell’Agnus Dei di Barber

Segue una delle pagine più note e toccanti del repertorio americano: l’Adagio for Strings di Samuel Barber, nella versione del 1967 per coro e pianoforte, con il testo latino dell’Agnus Dei. Brano emblematico di lutto e di speranza, usato in momenti solenni e in numerosi film, l’Adagio è qui trasfigurato dalla parola sacra. In tonalità di Si bemolle minore, la lenta progressione melodica si sviluppa in un climax emotivo che si dissolve in una coda aperta e sospesa, come una preghiera lasciata fluttuare nel tempo. Ancora una volta al pianoforte, Claudio Marchetti tesserà l’ordito sonoro su cui il coro distenderà la sua supplica.

L’energia ebraica dei Chichester Psalms

La chiusura del concerto è affidata ai suggestivi Chichester Psalms di Leonard Bernstein, uno dei vertici della musica sacra del XX secolo. Composti nel 1965 per il festival della cattedrale di Chichester in Inghilterra, questi salmi in lingua ebraica sono un mix travolgente di forme sinfoniche, ritmo jazzistico, musical americano e canto liturgico. I tre movimenti alternano il lirismo contemplativo a esplosioni di energia ritmica, incarnando una spiritualità moderna, inclusiva e profondamente umana. La versione scelta, per organo, arpa e percussioni, vedrà in scena le musiciste Francesca Luppino per l’arpa, Silvia De Checchi per le percussioni e Pasquale Lo Cascio all’organo.

Protagoniste delle sezioni solistiche saranno le voci bianche di Simona Forte (sabato 5) e Maria Vittoria Cuccia (domenica 6), affiancate dal soprano Adelaide Minnone, dal contralto Daniela My, dal tenore Gianmarco Randazzo e dal basso Federico Cucinotta. Un cast articolato per rendere giustizia alla ricchezza polifonica e alle sfumature emotive di questa partitura spiritualmente vibrante.

Un direttore dalla visione internazionale: Salvatore Punturo

Alla guida di questa ambiziosa rassegna musicale ci sarà Salvatore Punturo, maestro del coro del teatro Massimo dal 2022. Pianista di formazione, diplomato con lode presso il conservatorio di Palermo, Punturo ha alle spalle una carriera densa di riconoscimenti e collaborazioni internazionali, dal Belgio al Portogallo, fino agli Stati Uniti, dove ha lavorato con la Wayne State University e il Michigan Opera Theatre di Detroit. La sua sensibilità musicale, forgiata anche dalla musica da camera e dal repertorio sinfonico, trova oggi piena espressione nella direzione corale, con un’attenzione speciale alle giovani formazioni del coro di voci bianche del teatro e le formazioni giovanili della fondazione.