Ci sono romanzi che riescono a raccontare più una storia, riuscendo a restituire voce a chi l’ha persa, accendono luci sulle zone d’ombra della memoria collettiva. “L’isola dei femminielli” di Aldo Simeone è uno di questi. Ambientato nel 1939 sull’isola di San Domino, alle Tremiti, il libro riporta alla luce una vicenda rimossa per decenni, quella dell’internamento di uomini da parte del regime fascista, condannati e confinati senza processo, solo sulla base di un sospetto legato alla loro omosessualità. Una pagina di storia poco nota, che l’autore sceglie di narrare con uno sguardo umano, delicato e civile.
Nella nuova puntata de Il libro in vetrina, la rubrica settimanale di RadioTaormina Tv curata con Fabio Raspa e Cartolibrando, il libro è al centro di un approfondimento che va oltre la dimensione narrativa, ma che si propone come un’occasione per riflettere sul peso dell’esclusione, sulla violenza istituzionalizzata e sulla resistenza silenziosa di chi, pur condannato ingiustamente, ha trasformato il confino in uno spazio di comunità e affetto.
Aldo e gli altri, l’identità come resistenza
Il protagonista del romanzo è Aldo, un giovane toscano che nel 1939 viene deportato a San Domino senza processo, solo perché sospettato di essere omosessuale. Una condanna senza colpa, emessa da uno Stato che, nel pieno del regime fascista, reprimeva tutto ciò che sfuggiva all’ideale di mascolinità militarizzata. Su quell’isola, però, Aldo non è solo. Con lui altri ragazzi, in gran parte provenienti dalla Sicilia, condividono lo stesso destino, un esilio, travestito da misura di sicurezza pubblica.
Ma l’autore ci racconta molto più di una deportazione. Ci parla un atto di resistenza identitaria. Quei ragazzi, etichettati come “femminielli” in modo sprezzante, trovano nel soprannome un’arma di autodifesa, un modo per ridefinire se stessi. Così nascono la Fisichella, la Picciridda, la Leonessa e persino Giovanna D’Arco, personaggio proveniente da Furci Siculo, solo sfiorata nel romanzo, ma evocata dall’autore durante la presentazione del libro, il 23 giugno scorso, proprio da Cartolibrando – Mondadori Point a Furci Siculo.
Un romanzo corale che dà voce ai dimenticati
L’isola dei femminielli è un romanzo corale. Aldo è il filo narrativo, ma ogni personaggio ha il suo peso specifico, la sua dignità e la sua voce. È una storia che alterna poesia e crudo realismo, delicatezza e denuncia, con una scrittura capace di attraversare l’emotività senza mai indulgere alla retorica. L’isola di San Domino, da luogo di pena, si trasforma lentamente in una fragile ma intensa comunità di anime, dove la fratellanza prende il posto della solitudine e la vergogna imposta, lascia spazio all’orgoglio taciuto.
Una carezza per la memoria, uno schiaffo all’oblio
Quello realizzato da Simeone non è solo un atto letterario, ma un gesto civile. È un libro che fa luce su una delle tante pagine rimosse del fascismo, ma che risuona fortemente anche nel presente, nel tempo in cui i diritti acquisiti sembrano non essere mai definitivamente conquistati. È una carezza per quelle esistenze dimenticate, ma anche uno schiaffo all’ignoranza storica, quella che seleziona cosa ricordare e cosa seppellire.
Con L’isola dei femminielli, l’autore ci invita a non distogliere lo sguardo, a restituire nome e dignità a chi è stato escluso non per ciò che ha fatto, ma per ciò che è. Un romanzo che tocca, commuove e soprattutto fa riflettere, sulla forza della memoria, sulla necessità di ascolto e sul dovere della letteratura di farsi voce dei silenzi più profondi.






