TAORMINA – Una serata memorabile e partecipata ha chiuso la trionfale edizione 2025 del Taormina Jazz festival traformando il teatro Antico in un tempio del jazz contemporaneo, con l’attesissimo progetto Kismet, che ha portato sul palco tre giganti della scena internazionale, nello specifico Dave Holland al contrabbasso, Chris Potter al sassofono e Marcus Gilmore alla batteria.
Un’esperienza immersiva tra passato e contemporaneità
Nello scenario senza eguali, tra storia e suggestione, del teatro greco-romano il 22 luglio la magia ha avuto inizio, lasciando che il suono prendesse vita in una forma nuova, fluida e spontanea, catturando il pubblico in un viaggio musicale in cui l’improvvisazione è stata la chiave di volta. Il progetto Kismet, nome evocativo che allude al destino e all’armonia delle coincidenze, è stato molto più di un semplice concerto. È stato un rito sonoro, un dialogo intergenerazionale dove ogni nota ha raccontato una storia, ogni pausa ha evocato uno spazio di ascolto ed ogni assolo ha segnato un momento di verità artistica.
Il progetto ha riunito artisti provenienti da percorsi diversi ma uniti da un linguaggio comune. Holland, figura cardine della storia del jazz, ha guidato la serata con la solidità e la raffinatezza del suo contrabbasso, portando con sé l’eredità di collaborazioni con Miles Davis, Herbie Hancock e Chick Corea. Il sassofonista Chris Potter, considerato tra i più innovativi della scena mondiale, ha plasmato linee melodiche complesse con un controllo tecnico impeccabile, accompagnato da un uso espressivo del timbro che ha coinvolto l’intera platea, mentre Marcus Gilmore, batterista trentottenne di eccezionale talento, ha rappresentato la generazione emergente con un contributo ritmico ricco di inventiva. La sua capacità di alternare geometrie percussive a spazi di respiro ha completato l’equilibrio del trio, aggiungendo sfumature imprevedibili e vitali.
L’incontro tra maestria e intuito sonoro
La forza dell’esibizione ha risieduto nella capacità dei tre musicisti di costruire un dialogo musicale aperto, in continuo movimento, capace di abbattere le convenzioni formali. Nessun virtuosismo fine a sé stesso, ma una ricerca costante di senso, ascolto ed interazione. La musica è fluita con naturalezza, attraversando momenti di tensione, lirismo, groove e sospensione. Il Teatro Antico, avvolto dalla luce calda del tramonto e poi dal cielo stellato, ha amplificato la potenza comunicativa dell’evento, rendendo ogni intervento sonoro ancora più evocativo. La presenza gratuita ha reso l’appuntamento accessibile, permettendo a un pubblico eterogeneo di partecipare a una celebrazione culturale di alto livello.
Con Kismet, il Taormina Jazz Festival ha concluso un’edizione all’insegna della qualità e della visione. L’intreccio tra nomi storici e giovani interpreti, tra struttura e spontaneità, ha confermato la vocazione internazionale della rassegna e la sua capacità di rinnovarsi pur restando fedele al cuore del jazz.






