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Ponte sullo Stretto, Salvini celebra a Messina “l’inizio di una nuova era per il Sud”

Una sfida ingegneristica senza precedenti. Il ministro festeggia l'approvazione del progetto, ma gli attivisti non ci stanno

MESSINA – Una data destinata a entrare nei libri di storia delle infrastrutture italiane quella del 6 agosto 2025, tramite cui il comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) ha ufficialmente approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina, avviando formalmente la fase operativa dell’opera più simbolica, ambiziosa e controversa del Paese. Un progetto atteso da secoli, che ora si appresta a diventare realtà ingegneristica e infrastrutturale.

A suggellare il momento, il vicepremier e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini ha fatto tappa a Messina per partecipare al direttivo straordinario della Lega Sicilia, celebrando quella che ha definito essere “una giornata storica, bellissima, irripetibile per il Sud e per l’Italia intera”.

120.000 unità di lavoro e scuole di formazione per i giovani

Il ponte, con una campata unica di 3.300 metri sospesa tra Messina e Villa San Giovanni, sarà il più lungo al mondo nel suo genere e rappresenterà non solo un’impresa ingegneristica senza precedenti, ma anche un poderoso volano occupazionale. Queste le premesse illustrate dal vicepremier, che ha parlato di 120.000 unità di lavoro stimate durante i cantieri e centinaia di imprese coinvolte su scala nazionale, con Sicilia e Calabria pronte a recitare un ruolo da protagoniste.

Salvini ha inoltre sottolineato l’importanza della formazione, annunciando di aver chiesto alle aziende coinvolte di istituire scuole professionali direttamente sui territori interessati dall’opera, per preparare una nuova generazione di tecnici e operatori: “Ingegneri, architetti, geometri, artigiani potranno finalmente restare nella propria terra, lavorare, costruire ricchezza, senza dover emigrare al Nord o all’estero. Questo ponte – ha ribadito – non è solo cemento e ferro è speranza concreta per i nostri giovani”.

Da Washington a Tokyo, un’opera studiata nel mondo

Il Ponte, già studiato e monitorato da osservatori internazionali, si propone come modello globale: “Da Washington a Pechino, dal Giappone a Londra – ha sottolineato Salvini – ci osservano, ci chiedono dettagli tecnici e ci studiano. Sarà un’opera che porterà turismo, attenzione e prestigio all’Italia”.

Numerosi i vantaggi illustrati dal ministro quali la riduzione dei tempi di percorrenza fino a 2 ore e mezza in treno e un’ora e mezza in auto, costi di attraversamento più bassi rispetto ai traghetti attuali, minore impatto ambientale e un sistema di mobilità moderno e integrato. Previsti nuovi poli culturali, marine, fermate della metropolitana urbana ed una “metropolitana dello Stretto” che collegherà ogni giorno Messina e Reggio Calabria.

I cantieri pronti a partire entro settembre

Il via libera definitivo ai cantieri è atteso con l’approvazione della corte dei conti, passaggio che Salvini si augura possa concretizzarsi presto: “Speriamo di poter vedere i primi operai all’opera già a settembre, tra indagini archeologiche e avvio delle procedure di esproprio. Chi verrà espropriato riceverà un’indennità maggiorata del 20%”.

Il vicepremier ha anche ribadito l’impegno sulla legalità e il controllo dei flussi economici: “Saremo vigili 24 ore su 24, affinchè ogni euro pubblico venga speso bene. Parliamo dell’opera pubblica più grande dell’Occidente, quindi l’attenzione sarà massima, consapevoli che potrebbe attirare attenzioni sbagliate, non ci faremo cogliere impreparati”.

Un’opera già finanziata, 13 miliardi di investimento per 23 miliardi di Pil

Alla domanda se i possibili ricorsi potrebbero ostacolare il progetto, Salvini ha espresso fiducia nel proseguimento dell’iter: “Mi auguro che nulla venga bloccato. In Italia c’è sempre chi dice no a tutto. Ci sono i no Tax, no Olimpiadi, no Expo, quelli del no a prescindere. Ma questo è un ponte che intere generazioni hanno atteso per secoli. Ora il finanziamento è completo, si tratta di risorse pubbliche che, secondo le stime, produrranno un impatto economico quasi doppio rispetto all’investimento, parliamo di 23 miliardi di Pil aggiunto a fronte di 13 miliardi spesi. È un’opera che crea valore.”

Il ministro ha inoltre aperto alla possibilità di ulteriori interventi migliorativi: “Sono previsti decine di milioni di euro per opere aggiuntive sia a Messina che a Villa San Giovanni. Se arriveranno proposte utili a migliorare ulteriormente il progetto, siamo pronti a valutarle e ad attuarle con spirito costruttivo.”

I dettagli tecnici dell’infrastruttura: un ponte da record

Il progetto definitivo, realizzato da Eurolink, consorzio guidato da Webuild, prevede la costruzione di un ponte lungo 3.666 metri, con una campata centrale di 3.300 metri, largo 60 metri, con tre corsie stradali per senso di marcia, due binari ferroviari e due corsie di emergenza, che potrà gestire fino a 6.000 veicoli l’ora e 200 treni al giorno.

Le torri in acciaio da 399 metri, i cavi di sospensione lunghi oltre 5 chilometri e larghi 1,26 metri, l’altezza di 72 metri sopra il livello del mare, con franco navigabile di 70 metri, rendono l’infrastruttura un unicum ingegneristico. Il ponte sarà progettato per resistere ad eventi sismici e venti estremi, dotato di sistemi intelligenti di manutenzione e sicurezza predittiva.

Salini amministratore delegato Webuild: “Siamo orgogliosi di contribuire a un’opera che cambierà il Sud”

Entusiasta anche Pietro Salini, Ad di Webuild: “Il Ponte è una sfida tecnologica che proietterà il Sud nel futuro. Coinvolgerà 95mila lavoratori e 17mila500 fornitori, da Nord a Sud. È il simbolo di un’Italia capace di fare squadra e guardare lontano. Il nostro gruppo ha già realizzato 1.022 km di ponti nel mondo: ora tocca allo Stretto”.

L’appello all’unità e le proteste del fronte contrario

“Chi dice no al Ponte è lo stesso che ha detto no all’alta velocità, al Mose, all’Expo. Ma qui siamo davanti a un’opera attesa da secoli. Superiamo le ideologie, mettiamoci al lavoro”, ha esortato Salvini.

Sulla stessa linea il senatore Nino Germanà, segretario regionale della Lega in Sicilia, ha parlato di “scelta storica” e di “fine delle parole vuote”. “Il Ponte – ha affermato– non sarà solo un capolavoro d’ingegneria, ma un motivo di orgoglio per l’Italia intera”.

Un segnale di apertura è arrivato anche dal sindaco di Messina, che ha espresso un giudizio positivo sull’approccio inclusivo adottato dal governo, sottolineando l’importanza del coinvolgimento delle istanze locali.

La giornata messinese non è trascorsa senza contestazioni. Mentre Salvini ed i membri della Lega celebravano l’approvazione del progetto, gli attivisti del comitato “No Ponte” si sono radunati nei pressi del luogo in cui si stava svolgendo il direttivo, esponendo striscioni e intonando cori di protesta. In tutta risposta, il ministro ha scelto di smorzare i toni: “Mi auguro che, anche chi oggi si oppone, possa un giorno riconoscere il valore storico, sociale ed umano di quest’opera.”

Le parole di Renato Accorinti: “Non siamo quelli del no, siamo quelli del sì, ma non al Ponte”

Tra le voci critiche dell’opposizione al progetto, quella di Renato Accorinti, ex sindaco di Messina e figura storica del movimento ambientalista, si è levata con particolare vigore: “Non siamo quelli del no, siamo quelli del sì, ma non al Ponte.” Citando i sondaggi nazionali che, a suo dire, mostrano come la maggioranza degli italiani sia contraria alla realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, ha poi aggiunto: “A Messina, come a Reggio Calabria, il dissenso è ancora più forte. Si continua a propagandare un’opera che promette sviluppo economico, ma che in realtà rischia solo di devastare uno dei territori più preziosi al mondo, lasciandoci nell’abbandono infrastrutturale in cui già viviamo.”

Il riferimento è alle gravi carenze che ancora affliggono il Mezzogiorno: “Viviamo in due Italie profondamente diverse. In Sicilia mancano i servizi essenziali. I treni viaggiano su linee a binario unico, spesso non arrivano a destinazione. Il ministro Salvini,che è anche titolare del dicastero dei trasporti, dovrebbe partire da qui e potenziare le linee ferroviarie, garantire i doppi binari, migliorare la qualità e la sicurezza del trasporto pubblico.”

Accorinti ha poi ampliato la critica alla gestione delle risorse idriche e delle infrastrutture portuali: “Ci sono aree in Sicilia dove l’acqua arriva una sola volta a settimana. I porti commerciali sono inadeguati e i turisti che atterrano all’aeroporto di Catania, uno dei migliori, sono costretti a noleggiare un’auto perché il sistema ferroviario è praticamente inesistente.”

Particolarmente sentito il richiamo al valore identitario e paesaggistico dello Stretto: “Durante il mio mandato – ha ricordato – ho fatto predisporre un dossier per candidare lo Stretto a patrimonio dell’umanità. Ha tutte le caratteristiche per esserlo, storia, mito, paesaggio. Dovremmo proteggerlo, non comprometterlo con un’opera che rischia di trasformarsi in una cattedrale nel deserto.”

Infine, un appello alla mobilitazione collettiva: “La nostra non è una battaglia sterile. Non siamo contrari a tutto, siamo favorevoli alle opere davvero necessarie. Il Cipess non ha ancora detto l’ultima parola. C’è ancora spazio per agire. La disobbedienza civile resta un’arma legittima quando il dialogo viene negato e noi non ci fermeremo.”