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INTERVISTA Turismo di lusso a Taormina, Benigni: “Agosto sotto le attese, settembre può rilanciare la stagione”

L’analisi del general manager di un Grand Hotel 5 Stelle: meno italiani, cresce il mercato americano. “Il brand resta forte, ma servono investimenti e visione comune”

TAORMINA – Ferragosto è già alle spalle e il turismo di lusso a Taormina mostra luci e ombre. Le presenze non sono mancate, ma l’atteso boom non si è concretizzato. A pesare è stata soprattutto la flessione del mercato italiano, storicamente centrale per la città, mentre a sostenere il comparto hanno contribuito gli americani e i flussi internazionali. A settembre, con congressi ed eventi, gli operatori sperano in un rilancio. Ne abbiamo parlato con Piero Benigni, general manager di una struttura 5 stelle lusso del gruppo Lindbergh a Taormina.

Benigni, come descrive l’andamento generale di agosto a Taormina?
“Agosto è sempre stato il mese più atteso, quello del grande boom. Quest’anno però abbiamo registrato una leggera flessione, dovuta soprattutto al calo del mercato italiano. In passato i long stay degli italiani erano una garanzia, oggi sono quasi scomparsi. Nonostante questo, mantenere un’occupazione tra l’85% e il 90% per una struttura di lusso resta comunque un risultato significativo”.

Il ritorno dei turisti americani ha inciso sul settore?
“Sì, gli americani ci stanno aiutando molto a sostenere la destinazione e le nostre strutture. Si stanno riaffacciando anche i mercati del Nord Europa. Ma il grande nodo resta l’Italia: il turista italiano nelle strutture di fascia alta oggi rappresenta numeri molto bassi, lontani dai tempi in cui era una fetta fondamentale del mercato”.

C’è il rischio che altre mete del Mediterraneo sottraggano flussi a Taormina?
“Dobbiamo essere consapevoli della concorrenza, soprattutto di realtà come la Costiera Amalfitana, da sempre un riferimento. Taormina deve attrezzarsi meglio, essere più propositiva. La nostra linea ormai è quella del lusso e l’arrivo di nuove strutture in questo segmento rafforza l’attrattività. Ma non possiamo adagiarci, dobbiamo continuare a investire e innovare”.

Settembre può diventare il mese del rilancio grazie al turismo congressuale?
“Il mese di settembre registra già un incremento forte, ma legato soprattutto al leisure, non ancora al congressuale. Io credo che il turismo Mice (Meeting, incentive, congressi ed eventi) possa avere un peso decisivo tra metà ottobre e marzo, cioè nei mesi in cui la destinazione deve puntare per restare competitiva rispetto alle altre mete”.

Quali investimenti ritiene prioritari per consolidare il brand Taormina?
“Molti alberghi hanno già innalzato la qualità. I nostri competitor – penso a Belmond o Four Seasons – hanno investito tanto per migliorare ulteriormente il prodotto. Questo fa bene a tutta la destinazione, perché spinge anche le altre strutture a non restare indietro. È la strada giusta: un brand come Taormina deve consolidarsi con un’offerta sempre più esclusiva”.

Che ruolo potrebbe e dovrebbe avere l’amministrazione comunale?
“L’amministrazione deve lavorare insieme agli operatori, sedersi a un tavolo, confrontarsi. È fondamentale avere un dialogo costante per sfruttare al meglio gli strumenti disponibili e definire una strategia comune. Solo così la destinazione può crescere a livello internazionale”.

L’analisi di Benigni fotografa una realtà in chiaroscuro, che guarda comunque al futuro con ottimismo: Taormina resta un marchio di prestigio, ma la concorrenza è forte e il mercato cambia rapidamente. L’estate non ha regalato i picchi sperati, ma settembre e i mesi a seguire offrono ancora margini di crescita. Il lusso resta la rotta tracciata, a patto che istituzioni e operatori lavorino insieme per rafforzare il posizionamento della città sul mercato globale.