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Sicilia, al via la formazione per 600 infermieri di famiglia e di comunità entro il 2025

La regione avvia il primo corso del Cefpas per una figura chiave della sanità territoriale, nuovo pilastro della sanità territoriale previsto dal Pnrr

PALERMO – La regione Siciliana accelera sul fronte della sanità territoriale con l’avvio del percorso formativo dedicato all’infermiere di famiglia e di comunità, figura chiave per potenziare l’assistenza di prossimità e alleggerire la pressione sugli ospedali.

Formazione e numeri in campo

Il progetto è già entrato nella fase operativa, con l’avvio del primo corso a giugno sotto la regia del Cefpas, centro regionale di formazione specialistica sanitaria, che ne ha elaborato un programma strutturato su mandato dei dipartimenti Asoe e Pianificazione strategica. Nei prossimi mesi saranno avviati ulteriori percorsi formativi, con l’ambizioso traguardo di formare circa 600 infermieri entro dicembre 2025.

Questi professionisti troveranno collocazione nelle principali strutture territoriali quali case di comunità, ospedali di comunità, Centri operativi territoriali (Cot) ed unità di continuità assistenziale, diventando il punto di riferimento per cittadini, famiglie e medici di base. Il progetto si inserisce nella Missione 6 del Pnrr, che punta a colmare i divari nell’assistenza locale e a portare servizi sanitari più vicini alle comunità, soprattutto nelle aree interne e periferiche.

Una figura centrale per la prossimità

“L’infermiere di famiglia e di comunità – sottolinea l’assessore alla salute Faraoni – rappresenta una figura professionale centrale nel processo di assistenza a livello territoriale, con un ruolo di collegamento fra cittadini, medici di medicina generale e strutture sanitarie”.

Si tratta di una funzione destinata a incidere sulla qualità della presa in carico, riducendo la frammentazione dei servizi e garantendo interventi tempestivi e continuativi a favore dei pazienti cronici, degli anziani e delle categorie fragili. Un modello che mira a spostare l’asse della sanità dal ricovero ospedaliero alla prevenzione e alla gestione quotidiana dei bisogni sanitari direttamente sul territorio.

La questione dei requisiti

Sul fronte del reclutamento, Faraoni chiarisce un aspetto oggetto di equivoci: “non è richiesto il possesso obbligatorio di un master per poter accedere alla funzione”. Le linee guida predisposte da Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, riconoscono infatti i master come titolo preferenziale nei concorsi, ma non come requisito imprescindibile. Più rilevante è invece, il completamento di percorsi formativi regionali mirati, come quelli attivati dal Cefpas. “In conformità alle direttive Agenas – aggiunge l’assessore – la regione ha avviato i processi di formazione per questa nuova figura, con l’obiettivo di dare risposte concrete e immediate ai bisogni di salute della popolazione”.

Verso un nuovo modello di sanità territoriale

L’introduzione dell’infermiere di famiglia e di comunità segna dunque un passaggio strategico per il sistema sanitario siciliano, chiamato a colmare storici ritardi sul fronte dell’assistenza territoriale. Una sfida che si intreccia con la riorganizzazione prevista dal Pnrr e che mira a ridurre il ricorso improprio ai pronto soccorso, garantendo continuità assistenziale e vicinanza ai cittadini.