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A Palermo il maestro Cosenza rivoluziona l’educazione musicale nelle scuole primarie

All’istituto Capuana sperimentato il metodo che evidenzia come anche i bambini possano imparare concetti musicali complessi attraverso un approccio multisensoriale

PALERMO – L’educazione musicale, pur riconosciuta come strumento essenziale per lo sviluppo cognitivo e creativo dei bambini, rimane spesso un ambito marginale nella scuola primaria italiana, relegato a momenti ricreativi o attività corali. In un sistema scolastico che raramente offre percorsi strutturati, ogni sperimentazione innovativa assume quindi un valore simbolico e cruciale, specialmente quando riesce ad avvicinare i più piccoli a concetti teorici complessi senza rinunciare al gioco e alla scoperta.

È in questo quadro che si inserisce la sperimentazione di successo del “metodo Cosenza” ideato dal Maestro Bartolomeo Cosenza, diplomato al conservatorio in discipline come la didattica della musica e la composizione e condotto presso l’istituto comprensivo statale “Luigi Capuana” di Palermo, nella classe 4A del plesso Capuana.

La forza di un approccio innovativo

Il cuore del metodo, illustrato nel volume “Nuovo approccio all’apprendimento della musica. Lettura e canto – parte I” edito da Cni Music, risiede nella capacità di fondere ascolto, visione e movimento, trasformando lo studio in un’esperienza multisensoriale. La scala cromatica colorata ed il regolo musicale (Rsmm) ne costituiscono gli strumenti chiave, rappresentando strumenti didattici che rafforzano la lettura assoluta delle note, guidando gli studenti in un percorso che unisce percezione uditiva e visualizzazione. In questo modo la musica non si presenta esclusivamente sottoforma di teoria, ma si fa gioco, manipolazione ed esperienza concreta, offrendo la possibilità di poterla vedere oltre che sentire.

La sperimentazione a scuola

La fase sperimentale, condotta con professionalità e passione da Dorotea Rizzo, corsista e neolaureanda in Scienze della Formazione Primaria, ha rappresentato la prima concreta applicazione del metodo in un contesto scolastico. Per oltre un mese, la classe si è trasformata in un laboratorio sonoro, in cui teoria e pratica si sono fusi in maniera spontanea. Gli alunni, oltre a seguire le lezioni, sono stati coinvolti non solo come destinatari, ma come costruttori degli strumenti didattici, disegnando e colorando la scala cromatica, interiorizzando attraverso la manualità ciò che la teoria spesso lascia distante e trasformando lo studio della musica in un gioco educativo e coinvolgente.

Nel giro di poco più di un mese, i risultati sono stati tangibili, mostrando una memorizzazione spontanea delle alterazioni, una comprensione delle relazioni tra tonalità e la capacità dei bambini di affrontare esercizi di trasporto musicale, normalmente riservati a percorsi più avanzati. “Vedere alunni di quarta elementare cimentarsi con sicurezza su argomenti che spesso si studiano solo al conservatorio è stata una soddisfazione enorme – racconta la Rizzo –. È come se la complessità si fosse tradotta in gioco e scoperta, aprendo la strada a una vera comprensione musicale”.

Risultati e prospettive

L’aspetto forse più rilevante riscontrato nella fase sperimentale riguarda la replicabilità del metodo, che non richiede insegnanti con una preparazione musicale specialistica, ma mette a disposizione strumenti immediati e di facile utilizzo, accessibili a qualunque docente. In questa prospettiva, il “Metodo Cosenza” non si limita a rappresentare un’innovazione didattica, ma si configura come un vero e proprio modello democratico di educazione musicale, capace di restituire alla musica il suo valore di bene comune e di diritto formativo universale.