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Taormina soffocata dall’overtourism, le riflessioni di “Progetto ricostruzione Taormina”

L’organizzazione politica denuncia l’assenza di una strategia unitaria e la corsa ai parcheggi: "si rischia di perdere identità e qualità"

TAORMINA – Con l’estate ormai agli sgoccioli il gruppo Progetto ricostruzione Taormina, ha avviato una riflessione tirando le somme di una stagione turistica che, pur avendo portato numeri da capogiro, pare aver lasciato dietro di sé il retrogusto amaro di una città messa a dura prova. Le considerazioni avanzate dal movimento politico risultano sono tutt’altro che indulgenti, a fronte di un overtourism, termine da tempo utilizzato per indicare la condizione di molte località italiane a vocazione turistica, diventato un nodo critico che sta progressivamente soffocando la perla dello Ionio, compromettendo non solo l’esperienza dei visitatori, ma anche la qualità della vita dei residenti.

Turisti “mordi e fuggi” e caos urbano, il volto distorto della Perla dello Ionio

Secondo l’organizzazione, la città appare soffocata e boccheggiante, ostaggio di un turismo “mordi e fuggi” che genera affollamento, traffico e disordine, riducendo Taormina a un semplice scenario da cartolina, distante dalla sua autentica identità culturale. Un flusso imponente ma fugace, che produce ritorni economici limitati e contribuisce a logorare la quotidianità di chi vive stabilmente sul territorio.

“Più parcheggi, ma nessuna visione”

Il gruppo sottolinea come, a fronte di questo scenario, continui a mancare una strategia unitaria e coerente di gestione del turismo. Al contrario, denunciano, si assiste ad una corsa alla progettazione di nuovi parcheggi con oltre cinquemila posti auto in cantiere, presentati come risposta al sovraffollamento.

Ma per Progetto Ricostruzione Taormina questo approccio rischia di trasformarsi in un boomerang. “Costruire altri parcheggi significa richiamare ancora più visitatori giornalieri, aggravando la pressione su un territorio già saturo e fragile”, affermano. Una logica, secondo loro, miope e puramente emergenziale, che contrasta con l’obiettivo di intercettare un turismo di qualità, esperienziale e sostenibile, al quale Taormina dovrebbe ambire per tutelare la propria immagine internazionale.

Una frattura tra centro storico e strutture ricettive

Nelle analisi del movimento emerge anche la preoccupazione condivisa da numerosi operatori locali, specialmente quelli orientati ad un target medio-alto. La loro offerta di esperienze lente e raffinate, spiegano, viene vanificata da un contesto urbano caotico e congestionato. La “slow-life” che dovrebbe essere cifra distintiva della destinazione, si esaurisce all’interno delle strutture alberghiere in cui basta varcarne la soglia, per imbattersi nel rumore, nella folla e nel disordine del centro storico. Una frattura che, secondo l’organizzazione rischia di compromettere in modo strutturale la competitività della città, generando il paradosso di avere più visitatori, ma meno valore aggiunto e minore qualità dell’esperienza turistica complessiva.

La Ztl mai decollata

Tra le proposte rimaste lettera morta, il movimento richiama con forza quella della Zona a traffico limitato. Da oltre due anni se ne parla come di un passaggio cruciale per restituire vivibilità e respiro al centro, ma ricordano l’iter è ancora fermo. “Si dice che l’iter sia stato avviato, ma non si intravedono passi concreti, mentre il tempo scorre e la città continua a soffocare”, osservano. Nel frattempo, progetti e incarichi si moltiplicano, spesso con l’effetto di alimentare nuova cementificazione piuttosto che rigenerazione urbana.

“Taormina rischia di perdere se stessa”

Per Progetto ricostruzione Taormina, la situazione impone un cambio di passo netto e urgente. Se la città vuole davvero preservare la propria unicità e rilanciarsi come destinazione d’eccellenza, concludono, deve imboccare la strada della qualità, della sostenibilità e della tutela del suo patrimonio culturale e umano. Perché la bellezza, da sola, non basta e senza una strategia lungimirante, anche la perla dello Ionio rischia di smarrire il proprio splendore.