SiciliaSpettacoli
messina

Cardiomiopatie e rischio aritmico, esperti a confronto all’Università di Messina

Dal 16 al 18 ottobre l’ateneo peloritano ospiterà un congresso di rilievo nazionale (responsabile scientifico prof. Di Bella) per la diagnosi e la prevenzione della morte cardiaca improvvisa

MESSINA – Approfondire la relazione tra imaging, rischio aritmico e cardiomiopatie per migliorare la prevenzione della morte cardiaca improvvisa è l’obiettivo prefissato del convegno scientifico che si terrà dal 16 al 18 ottobre presso l’aula magna dell’Università di Messina, in piazza Pugliatti.

L’evento, dal titolo “Imaging, rischio aritmico e cardiomiopatie. Dalla diagnosi alla prevenzione della morte cardiaca improvvisa, si configura come un momento di confronto ad alto valore scientifico nel panorama della cardiologia italiana, riunendo clinici, ricercatori e specialisti per condividere le più recenti evidenze in tema di diagnosi precoce, predittori di rischio e strategie terapeutiche.

Una patologia rara ma ad alta incidenza clinica

La morte cardiaca improvvisa (Mci) rappresenta una delle condizioni più drammatiche e difficili da prevedere in medicina. Ogni anno, in Italia, circa 1.000 giovani sotto i 35 anni ne sono vittime, spesso in assenza di sintomi pregressi o patologie cardiache note. A determinare l’arresto cardiaco possono essere aritmie maligne o alterazioni strutturali non riconosciute, che rendono la diagnosi precoce un obiettivo clinico prioritario. In tale contesto, l’utilizzo delle moderne tecniche di imaging diagnostico e la definizione dei biomarcatori genetici e funzionali diventano strumenti essenziali per la stratificazione del rischio e la prevenzione degli eventi fatali.

L’impegno dell’Università di Messina

Responsabile scientifico del congresso è il professor Gianluca Di Bella, del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Ateneo peloritano, direttore dell’unità operativa complessa di Cardiologia con unità di terapia intensiva cardiologica e responsabile del centro di riferimento regionale per le malattie rare cardiache. Il simposio, realizzato in collaborazione con lo sportello malattie rare del Policlinico di Messina, prevede undici sessioni tematiche che copriranno l’intero spettro delle cardiomiopatie, dall’approccio diagnostico integrato all’imaging avanzato, fino alla gestione clinica dei pazienti a rischio.

Particolare attenzione sarà dedicata alla identificazione dei predittori di morte cardiaca improvvisa, con l’obiettivo di tradurre le evidenze scientifiche in strategie operative da applicare nella pratica clinica ospedaliera e territoriale.

Scienza, clinica e comunità: un dialogo aperto

L’apertura dei lavori sarà caratterizzata da una tavola rotonda interdisciplinare, alla quale prenderanno parte rappresentanti della società civile e associazioni di pazienti affetti da cardiomiopatie. L’iniziativa intende promuovere una maggiore consapevolezza pubblica sul tema e favorire il coinvolgimento attivo delle famiglie, attraverso testimonianze dirette e modelli di presa in carico multidisciplinare. Il congresso mira così a collegare ricerca, sanità e partecipazione sociale, sottolineando il ruolo centrale del paziente nella costruzione di percorsi di cura sostenibili e personalizzati.

Un riferimento per professionisti e studenti

L’iniziativa messinese si rivolge a una platea ampia e qualificata di cardiologi, cardiochirurghi, genetisti clinici, radiologi, terapisti del movimento, ma anche medici di medicina generale, ricercatori e studenti delle discipline biomediche con l’obiettivo di favorire l’aggiornamento professionale e lo scambio di competenze tra i diversi ambiti della cardiologia, contribuendo a una visione integrata della gestione delle cardiomiopatie e delle aritmie complesse.

Verso una nuova cultura della prevenzione

Con il congresso, l’università di Messina riafferma il proprio ruolo di polo d’eccellenza per la ricerca cardiovascolare e di punto di riferimento regionale nella lotta alle patologie cardiache rare. Come sottolineano gli organizzatori, la sfida non è solo scientifica ma anche culturale, diffondendo la conoscenza, promuovendo la prevenzione e migliorando la qualità della vita dei pazienti, oggi aspetti fondamentali per ridurre l’impatto clinico e sociale della morte cardiaca improvvisa.