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Il compositore palermitano Cosenza emoziona Vercelli con il concerto “Canto e Musica si incontrano”

Nell’ex Chiesa di San Pietro Martire, Anna Giumentaro e Giuseppe Odone hanno interpretato con intensa profondità la Virgo Virginum dal nuovo Stabat Mater Christi

PALERMO – L’ex Chiesa di San Pietro Martire di Vercelli, luogo intriso di storia e spiritualità, si è fatta cornice ideale per una serata di rara intensità emotiva e musicale. Il 12 ottobre, sotto il patrocinio della Banca del Tempo di Vercelli e del Centro Territoriale per il Volontariato, il concerto “Canto e Musica si incontrano” ha offerto al pubblico un’esperienza d’autentica immersione nell’arte vocale e nella dimensione sacra del suono. Un pubblico numeroso e attento ha partecipato con raccoglimento e gratitudine ad un evento che, più che un semplice appuntamento musicale, ha assunto i contorni di un vero e proprio incontro tra l’ispirazione artistica e la ricerca spirituale.

Il linguaggio contemporaneo della sacralità

Tra i brani più attesi, “Virgo Virginum”, tratto dal nuovo Stabat Mater Christi del compositore palermitano Bartolomeo Cosenza, ha rappresentato il fulcro emotivo della serata. Cosenza, figura di spicco della musica contemporanea italiana, si distingue per la capacità di coniugare la tradizione liturgica ed il linguaggio moderno, ricomponendo la spiritualità del sacro attraverso armonie dense e progressioni sonore che evocano la tensione dell’animo umano di fronte al mistero del dolore e della fede. La scrittura del Stabat Mater Christi, concepita come un ciclo di quattordici sezioni, in parallelo simbolico con le stazioni della Via Crucis, disegna un percorso interiore in cui l’ascoltatore viene guidato dal dolore alla consolazione, dalla contemplazione del sacrificio alla riscoperta della speranza. Ogni brano, nella sua costruzione lirica e drammatica, si colloca all’interno di un disegno unitario che alterna intensità orchestrale ed intimità meditativa, restituendo la dimensione umana e divina del pianto di Maria.

Anna Giumentaro, voce e presenza di rara intensità

Ad interpretare “Virgo Virginum” è stata Anna Giumentaro, mezzosoprano dotata di un timbro avvolgente e pastoso, capace di dar forma alla parola cantata con una sensibilità non comune. Nella sua lettura, il testo sacro ha trovato nuova linfa elevandosi grazie alla voce, piena e controllata dell’artista, che ha saputo fondersi con l’intenzione poetica della partitura, restituendo la duplice dimensione della figura mariana madre e credente, umana e simbolica. La sua interpretazione, ha reso percepibile quel filo di dolore che attraversa il capolavoro di Cosenza, traducendo in suono la commozione del silenzio.

Giuseppe Odone, un accompagnamento musicale in perfetta armonia

Al pianoforte digitale, Giuseppe Odone ha offerto un sostegno interpretativo di alto profilo, mostrando una lettura accurata e partecipe della partitura. Il suo accompagnamento, ha costruito un tessuto armonico generandoe un equilibrio perfetto tra canto e pianoforte, tra la voce che si innalza ed il suono che l’accoglie, in una fusione che ha restituito al pubblico la piena dimensione dialogica della musica sacra.

L’arte come ponte tra fede e contemporaneità

Il concerto ha dimostrato come la musica, quando nasce da un’urgenza autentica, possa farsi veicolo di meditazione e strumento di incontro tra arte e spiritualità. In un’epoca in cui la fruizione culturale tende spesso a privilegiare l’immediatezza, la proposta di Cosenza e dei suoi interpreti si distingue per profondità e coerenza estetica, una musica che non teme la complessità, ma la trasforma in emozione condivisa. L’imminente esecuzione integrale dello Stabat Mater Christi promette di essere un evento di grande rilievo artistico e spirituale. L’opera, nella sua architettura articolata e nel suo linguaggio denso di simboli, offrirà al pubblico la possibilità di un’immersione totale nel pensiero compositivo di Bartolomeo Cosenza, dove il dolore della Vergine diventa metafora universale della condizione umana, ma anche testimonianza di resilienza e di fede.

Un’esperienza che lascia un segno

“Canto e Musica si incontrano” ha lasciato nel pubblico di Vercelli un segno profondo, grazie ad un’esecuzione curata, ad una concezione musicale consapevole e ad una comunione autentica tra interpreti e ascoltatori. Nel silenzio finale, prolungato ed intenso, si è colta la traccia più preziosa che l’arte possa lasciare, quella dell’emozione che continua a risuonare, anche dopo che la musica si è spenta.