MESSINA – Sequestro preventivo per oltre 3 milioni di euro nell’inchiesta su un presunto “schema Ponzi” che avrebbe colpito 39 investitori del litorale tirrenico messinese. I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Messina hanno eseguito il provvedimento disposto dal giudice per le indagini preliminari di Barcellona Pozzo di Gotto, su richiesta della Procura diretta da Giuseppe Verzera. L’indagato è un soggetto calabrese, ritenuto responsabile – a vario titolo – di autoriciclaggio, truffa ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria.
L’operazione chiude un articolato filone investigativo avviato dalle denunce di nove persone e proseguito con una ricostruzione puntuale dei flussi di denaro tra investitori e promotori. Secondo gli accertamenti, l’indagato avrebbe creato una “galassia” di società, in gran parte con sedi di comodo all’estero, priva di insegne, utenze e strutture operative reali, utilizzata come schermo per far rientrare i profitti illeciti e offuscarne la provenienza.
Gli investigatori richiamano anche un precedente segmento d’indagine del 2021 coordinato dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, che aveva già messo in luce un’associazione per delinquere orientata all’abusivismo finanziario e all’illecita raccolta del risparmio. In quell’alveo – secondo l’ipotesi accusatoria – figure note nei comprensori di Barcellona e Patti avrebbero convinto i risparmiatori della bontà di operazioni ad alto rendimento ben sapendo che capitale e interessi non sarebbero stati restituiti.
Con il supporto degli strumenti di cooperazione internazionale e il coordinamento di Eurojust, la Guardia di finanza ha individuato beni mobili, depositi e 41 conti correnti – inclusi wallet “virtuali” – riconducibili alla rete: i blocchi sono stati attivati in 11 Paesi (Bulgaria, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania e Spagna) tramite mirati “freezing certificates”, equivalenti all’esecuzione del sequestro per un valore fino a 3.069.800,00 euro.
Per gli inquirenti, il quadro conferma la sinergia tra Guardia di finanza, Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ed Eurojust nella tutela dei risparmiatori dai fenomeni di gestione abusiva del denaro. Le indagini hanno privilegiato la tracciatura dei passaggi finanziari per risalire all’attuale collocazione delle somme e ai beneficiari finali, così da assicurare il vincolo cautelare alle risorse ritenute profitto del reato.
Resta fermo, ai fini del diritto di cronaca, che il provvedimento di sequestro è cautelare e potrà essere modificato o annullato con i mezzi di impugnazione previsti. Nei successivi gradi di giudizio – nel contraddittorio tra accusa e difesa davanti a un giudice terzo e imparziale – potrà emergere l’esclusione di qualsiasi responsabilità e la conseguente restituzione dei beni agli aventi diritto.






