MESSINA – Un percorso chiaro, tracciato e soprattutto costruito intorno ai bisogni reali del paziente è questa la novità presentata al Policlinico di Messina, dove è stato ufficialmente inaugurato il primo percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) interaziendale dedicato alla gestione integrata dei pazienti affetti da cirrosi epatica. Un progetto innovativo, primo nel suo genere sul territorio, che mette in rete strutture, professionisti e competenze con l’obiettivo di offrire continuità assistenziale e diagnosi precoce in una patologia complessa e in costante evoluzione.
Una rete che parte dal territorio e arriva agli specialisti del Policlinico
Con il nuovo Pdta, chi soffre di una malattia del fegato potrà contare su un iter definito dal medico di medicina generale o dagli ambulatori territoriali sino agli epatologi dell’ospedale, seguendo step diagnostici e terapeutici armonizzati. Alla presentazione presenti l’unità operativa di medicina a indirizzo epatologico del Policlinico, che coordina l’intero percorso, l’Asp di Messina e il centro Ismett di Palermo, riferimento regionale per i trapianti.
Fulcro dell’organizzazione è l’unità operativa complessa diretta dalla professoressa Irene Cacciola, che guida una squadra multidisciplinare composta da radiologi, endoscopisti, cardiologi, geriatri, diabetologi, chirurghi, anestesisti ed infermieri referenti. Un’équipe che accompagna il paziente lungo l’intero arco della malattia, dalla diagnosi al trattamento, fino all’eventuale invio ai centri trapianto nei casi più avanzati. A costruire e armonizzare il percorso è stata la case manager aziendale, dott.ssa Luisa Cucinotta, con l’obiettivo di rendere più semplice l’accesso alle cure e accelerare i tempi della presa in carico.
Cirrosi epatica, una sfida sanitaria in crescita: diagnosi precoce come arma principale
“La cirrosi epatica rappresenta lo stadio più avanzato delle malattie croniche del fegato ed è un importante problema di salute pubblica globale”, spiega la professoressa Cacciola. Una condizione che espone il paziente a scompensi severi, dal sanguinamento da varici gastro-esofagee all’ascite, fino all’encefalopatia porto-sistemica e ad un elevato rischio di carcinoma epatocellulare. “È evidente quanto sia fondamentale una diagnosi precoce, che consenta di ridurre la probabilità degli episodi di scompenso, migliorando la prognosi dei pazienti e riducendo la necessità di ricoveri ospedalieri”, sottolinea.
Negli ultimi dieci anni il volto delle malattie epatiche croniche è radicalmente cambiato. Se un tempo le cause principali erano le infezioni da virus dell’epatite B e C, oggi la forma dominante è la Masld (metabolic associated steatotic liver disease), meglio conosciuta come malattia epatica steatosica associata a disfunzione metabolica, strettamente legata a patologie metaboliche come diabete, obesità e disturbi cardiovascolari.
Questa trasformazione impone un approccio necessariamente multidisciplinare, intercettare i pazienti già seguiti per altre condizioni metaboliche, integrarli in un percorso dedicato e garantire un monitoraggio continuo.
Un lavoro di squadra: “Così il paziente si sente realmente preso in carico”
Soddisfazione anche da parte del direttore generale del Policlinico , Giorgio Giulio Santonocito che sottolinea il valore della rete e della collaborazione: “Questo percorso diagnostico terapeutico assistenziale è il risultato di un lavoro di sinergia e condivisione che valorizza l’impegno dell’azienda nel voler assicurare percorsi di cura personalizzati. Una presa in carico reale, resa possibile dal coinvolgimento di tutti i professionisti che, a più livelli, contribuiscono al benessere del paziente”.
Un ambulatorio unico per epatologia e diabetologia, un valore aggiunto
Una delle innovazioni più rilevanti è la creazione di un ambulatorio integrato epato-metabolico, condiviso con la diabetologia e diretto dalla professoressa Giuseppina Russo. In un’unica seduta, il paziente potrà ricevere sia la consulenza diabetologica sia quella epatologica, superando frammentazioni e ritardi burocratici. Una soluzione pensata soprattutto per chi, a causa della malattia epatica steatosica associata a disfunzione metabolica, presenta un quadro clinico complesso e necessita di valutazioni congiunte.
Un modello virtuoso di sanità integrata
Il nuovo percorso diagnostico terapeutico assistenziale interaziendale segna un passo in avanti significativo nel panorama sanitario regionale, in quanto non solo offre una risposta più efficiente e personalizzata, ma rappresenta anche un modello replicabile di integrazione tra ospedale e territorio. Una rete capace di migliorare la qualità di vita dei pazienti, ridurre la pressione sulle strutture ospedaliere e favorire una medicina realmente orientata alla persona.






