MESSINA – Una partecipazione ampia e attenta ha caratterizzato il workshop organizzato dall’università di Messina in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, celebrata il 25 novembre. L’Aula Magna del Rettorato si è trasformata in uno spazio di confronto e riflessione, accogliendo studenti universitari e alunni degli istituti superiori Maurolico di Messina ed Ettore Majorana di Milazzo. Un coinvolgimento trasversale, che conferma quanto il tema sia ormai percepito come una priorità sociale e culturale, oltre che istituzionale.
Parallelamente ai lavori, il centro di ricerca ed intervento psicologico dell’Ateneo ha curato un desk informativo dedicato all’ascolto e all’orientamento, offrendo supporto immediato a chiunque necessitasse di chiarimenti o strumenti per comprendere e affrontare situazioni di disagio.
Analisi e testimonianze, la violenza di genere nel quadro nazionale
Il workshop, arricchito dagli interventi di accademici ed esperti, ha affrontato i nodi principali della violenza di genere in Italia. Sono intervenute la prof.ssa Francesca Liga, direttrice del centro di ricerca ed intervento psicologico dell’Ateneo e delegata al counseling psicologico, la prof.ssa Melania Mento, docente di psicologia clinica, la prof.ssa Maria Cristina Gugliandolo, ordinaria di psicologia dello sviluppo e dell’educazione, e la dott.ssa Clara Lombardo, PhD in psicologia dell’università Magna Graecia di Catanzaro.
Nel suo intervento, la prof.ssa Liga ha ribadito l’importanza di un impegno sistematico e condiviso per contrastare un fenomeno che “rimane purtroppo tra i più pervasivi nel nostro Paese”. La docente ha ricordato come l’Ateneo messinese, sotto la guida della rettrice Giovanna Spatari, responsabile per la Crui della commissione sulle tematiche di genere, sia fortemente attivo nel promuovere iniziative divulgative, formative e culturali. “Siamo orgogliosi che ogni anno cresca il numero di eventi dedicati alla sensibilizzazione, non solo in Ateneo ma anche al Policlinico e presso altre istituzioni”, ha sottolineato.
Particolarmente significativi i dati Istat 2025 richiamati durante il dibattito, che mostrano come una donna su tre, pari al 31,9% della popolazione femminile tra i 16 e i 70 anni, abbia subito almeno una volta nella vita una forma di violenza fisica o sessuale. In larga parte, come mostrano le statistiche, gli episodi avvengono in contesti familiari o parentali. “Numeri che devono spingerci a fare sempre di più”, ha ribadito la prof.ssa Liga, evidenziando l’urgenza di un’azione coordinata di educazione, ascolto e prevenzione. Non è mancato il ringraziamento agli studenti e agli alunni delle scuole presenti, definiti “protagonisti del cambiamento” perché chiamati a contribuire alla costruzione di un futuro libero da discriminazioni e violenze.
Il ruolo del centro di ricerca ed intervento psicologico e la rete nazionale contro la violenza di genere
L’appuntamento rientra nelle iniziative promosse dalla Fondazione Onda Ets, che ogni anno coordina una vasta rete di supporto dedicata alle donne vittime di violenza. Per l’edizione 2025 sono oltre 200 gli ospedali con il bollino rosa e numerosi i centri antiviolenza, coinvolti nell’offerta gratuita di servizi clinici, consulenze, colloqui psicologici e informativi. Accanto alle strutture sanitarie, quest’anno hanno aderito anche le farmacie con il bollino RosaVerde, che dal 24 al 28 novembre garantiscono assistenza gratuita attraverso una linea dedicata al supporto psicologico operativa dalle 10.00 alle 13.00 contattando il 393-7344521 ed una consultabile per supporto legale contattando il 393-7141900, dalle 14.00 alle 17.00.
Un ampliamento significativo della rete di prossimità, pensato per facilitare l’accesso alle informazioni e ridurre le barriere che spesso impediscono alle vittime di chiedere aiuto.
Educazione e consapevolezza, gli obiettivi del 2025
L’edizione di quest’anno pone al centro le discriminazioni di genere, con particolare attenzione alla decostruzione dei bias culturali che ancora influenzano relazioni, comportamenti sociali e percezione dei ruoli. L’obiettivo dichiarato è quello di stimolare una riflessione profonda e continuativa, affinché la cultura del rispetto e della parità diventi patrimonio condiviso, soprattutto tra le nuove generazioni.
