MESSINA – L’università degli studi di Messina si appresta a vivere una delle giornate più significative del proprio calendario istituzionale. Giovedì 27 novembre, alle 10.30, l’Aula Magna del rettorato ospiterà il conferimento della laurea magistrale honoris causa in giurisprudenza a Paola Cortellesi, a cui farà seguito la cerimonia di intitolazione del cortile del rettorato a Lorena Quaranta e Sara Campanella, giovani studentesse dell’ateneo tragicamente scomparse per femminicidio.
L’Ateneo guidato dalla rettrice Giovanna Spatari imprime così una svolta simbolica e concreta al proprio impegno nella promozione di una cultura dei diritti, del rispetto e della responsabilità civile, trasformando due momenti solenni in un unico racconto di memoria, consapevolezza e futuro.
Un cortile che diventa luogo di responsabilità collettiva
L’idea di intitolare il cortile del Rettorato a Lorena Quaranta e Sara Campanella era stata annunciata dalla rettrice nel corso della cerimonia con cui fu conferita a Sara la laurea alla memoria.
Ora, con l’ufficialità del 27 novembre, quel luogo, uno degli spazi più rappresentativi della vita universitaria, diventerà memoriale permanente, spazio fisico e simbolico dove la comunità accademica potrà ritrovarsi per riflettere sulle ferite ancora aperte delle violenze di genere e sull’urgenza di un impegno quotidiano contro ogni forma di sopraffazione.
Lorena e Sara, il cui cammino universitario è stato interrotto brutalmente, continuano attraverso questa dedica a rappresentare valori di impegno, dedizione allo studio ed aspirazione alla conoscenza. Valori che l’ateneo intende custodire e trasmettere, affinché la loro storia non venga relegata al ricordo ma diventi motore di responsabilità collettiva.
Paola Cortellesi, il cinema come strumento di giustizia e coscienza civile
La mattinata si aprirà con un altro momento di grande rilievo, il conferimento della laurea honoris causa in giurisprudenza a Paola Cortellesi, proposta dal dipartimento di giurisprudenza per il “forte impatto civile e culturale” della sua opera. Con “C’è ancora domani”, film che ha segnato profondamente il dibattito pubblico italiano, la Cortellesi ha saputo usare il linguaggio cinematografico come strumento di indagine e denuncia, riportando al centro dell’attenzione temi come l’emancipazione femminile, le radici della Repubblica, le dinamiche di potere e le violenze domestiche.
Una narrazione capace di raggiungere un pubblico vastissimo, generando una rinnovata riflessione collettiva e contribuendo, come sottolinea l’ateneo, alla crescita della consapevolezza giuridica e sociale del Paese. Il riconoscimento dell’Università di Messina sottolinea così il valore del cinema come veicolo di formazione civile, capace di dialogare con il diritto, con la storia e con i saperi umanistici, rafforzando il ruolo della cultura nella costruzione di una società più equa.
Memoria, giustizia e formazione: la missione dell’Ateneo messinese
Dedicare un luogo simbolico a Lorena e Sara e, allo stesso tempo, conferire a Paola Cortellesi il massimo riconoscimento accademico, significa riaffermare con forza la centralità dei valori che guidano la vita universitaria. La data del 27 novembre diventa così non solo un appuntamento istituzionale, ma un momento di impegno collettivo, nel quale la comunità accademica e la città tutta saranno chiamate a rinnovare un patto di memoria e responsabilità verso le nuove generazioni.
