TRAPPITELLO (Taormina) – È tornata a farsi sentire la voce dei lavoratori e delle lavoratrici della rete ex Commerciale Gicap, scesi in strada a Trappitello, frazione di Taormina, per manifestare davanti al punto vendita di via Francavilla. La protesta nasce dalla crescente preoccupazione per il futuro di oltre cento dipendenti in Sicilia e Calabria, quaranta dei quali impiegati nei supermercati di Giardini Naxos e Trappitello, mentre l’azienda è ancora all’interno della procedura di concordato preventivo avviata al Tribunale di Messina nel 2019. Una vertenza che si trascina da anni e che ha già comportato una riduzione consistente dell’organico, senza prospettive chiare dopo il 31 dicembre 2025, data in cui scadrà l’affitto di ramo d’azienda con Ergon.
La rete commerciale, oggi operante con i marchi Ard, MaxiSconto e Altasfera, è stata infatti oggetto di uno spacchettamento deciso nell’ambito della procedura concorsuale. Ergon ha acquistato 21 punti vendita, altri due sono stati rilevati da operatori diversi, mentre le gare pubbliche per gli ulteriori 16 negozi sono andate deserte. Ed è proprio su questi sedici esercizi, che impiegano complessivamente 190 lavoratori, che si addensano le ombre maggiori: senza una nuova gestione, allo stato attuale non esiste alcuna garanzia di continuità occupazionale.
Salvatore Spartà, dipendente dei punti vendita di Trappitello e Giardini Naxos, ha ricostruito una vicenda lunga e complessa. Ha spiegato che “nel 2019 la società, che allora contava 42 supermercati tra Sicilia e Calabria, depositò i libri in tribunale avviando il concordato. Da allora, tra giudice delegato, commissari e curatori, si sono succedute diverse gestioni, senza però riuscire a garantire la stabilità aziendale e con spettanze arretrate che molti dipendenti, compreso io, attendiamo ancora. L’attuale gestione da parte di Ergon, tramite la controllata Medial Franchising, terminerà a fine anno e la società ha già comunicato di non voler rinnovare l’affitto di ramo d’azienda”.
Secondo Spartà la soluzione migliore sarebbe stata “la cessione dell’intera rete, che avrebbe assicurato la continuità per tutti i lavoratori, ma la scelta del cosiddetto “spezzatino” non ha prodotto risultati positivi. I supermercati rimasti senza acquirente sono ora esposti al rischio chiusura, nonostante alcuni, come quelli del territorio taorminese, presentino fatturati in crescita e buone performance”. Da qui l’appello rivolto a Ergon “affinché valuti il prolungamento della gestione o l’acquisto dei punti vendita rimasti, e al curatore perché metta in campo ogni strumento utile a favorire l’esito positivo dell’ultima asta prevista per dicembre”.
Fondamentale, per i lavoratori, anche il ruolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Le sigle sindacali hanno chiesto da aprile un incontro per attivare la cassa integrazione guadagni straordinaria, considerata indispensabile sia per sostenere il reddito, sia per garantire il diritto di precedenza in caso di future acquisizioni anche dopo il 1 gennaio 2026. “Chiediamo il rispetto della dignità di tutti noi – ha detto Spartà – trasparenza, una prospettiva chiara. Ci rivolgiamo alla politica, alle istituzioni, alle società coinvolte. È il momento che tutti facciano la propria parte”.
Il percorso di mobilitazione proseguirà nei prossimi giorni. Le maggiori organizzazioni sindacali hanno convocato una manifestazione unitaria giovedì 4 dicembre alle 9.30 davanti alla Prefettura di Messina per chiedere al Mimit un tavolo dedicato e misure immediate per tutelare i 190 lavoratori ancora senza certezza sul loro futuro occupazionale.






