PALERMO – Sullo sfondo delle nuove prove di accesso ai corsi di Medicina esplode un caso che riaccende il dibattito sul numero chiuso e sulla tenuta del sistema selettivo nazionale. A lanciare l’allarme è l’onorevole Calogero Leanza, deputato regionale del Partito democratico e vicepresidente della Commissione sanità dell’Ars, che da anni denuncia le criticità del meccanismo d’ingresso. Oggi, di fronte alla circolazione di test fotografati in aula e venduti su Telegram per poche decine di euro, parla chiaramente di una crisi di credibilità dell’intero impianto. Leanza definisce lo scenario “uno scandalo che mette definitivamente in discussione il sistema di selezione”, ricordando come proprio per superare queste distorsioni sia primo firmatario di un disegno di legge voto volto all’abolizione del numero chiuso e all’introduzione di un accesso realmente meritocratico.
Nelle ore degli esami, secondo quanto denunciato, sulle piattaforme social si moltiplicano foto delle prove scattate all’interno delle aule e messaggi di utenti che ammettono apertamente di aver copiato o sostenuto l’esame in gruppo. Un fenomeno che alimenta un vero e proprio mercato parallelo di domande e risposte, mentre migliaia di studentesse e studenti affrontano il semestre filtro tra sacrifici economici, carichi di studio e forte pressione psicologica. Leanza definisce questa dinamica “una vergogna per il Paese e un insulto a chi studia onestamente”, sottolineando come l’esistenza di canali per acquistare materiali riservati renda il processo selettivo iniquo e destituito di merito.
Di fronte a queste irregolarità, il vicepresidente della Commissione sanità chiede un intervento immediato del Governo e della ministra Bernini. Sollecita trasparenza su quanto accaduto, verifiche rigorose negli atenei e misure di tutela per gli studenti che potrebbero aver subito un danno. Ma soprattutto invoca una revisione radicale del modello attuale, che a suo avviso trasforma il semestre filtro in un “numero chiuso mascherato” e in un “generatore di ingiustizie”, offrendo un vantaggio indebito a chi paga o bara. Per Leanza la soluzione è netta: annullare le prove e garantire il diritto allo studio.
Il deputato conclude avvertendo che, se le istituzioni non saranno all’altezza, affiancherà gli studenti “in ogni sede”, denunciando senza esitazioni “uno spettacolo indegno” che va fermato subito.






