PALERMO – Torna ad illuminare il palcoscenico del teatro Massimo uno degli allestimenti più amati dal pubblico palermitano, “La Bohème” di Giacomo Puccini, capolavoro intramontabile del melodramma, riproposto nella Sala Grande a partire da domenica 14 dicembre alle ore 20.00, per otto repliche fino al 23 dicembre. Un ritorno atteso, che si inserisce nel solco della tradizione del Massimo e ne rilancia, con forza e sensibilità contemporanea, la vocazione internazionale.
La Parigi bohémien in scena, l’allestimento di Mario Pontiggia tra poesia e realismo
L’allestimento, firmato dal regista Mario Pontiggia e già acclamato anche in tournée in Giappone, si conferma uno dei titoli di maggior successo della Fondazione. Le scene di Antonella Conte, i costumi di Francesco Zito e le luci di Bruno Ciulli – riprese da Eleonora Magni – costruiscono un affresco suggestivo e coerente della Parigi bohémien del 1830, oscillante tra il gelo delle soffitte e il brulichio vitale del Quartiere Latino. Una lettura che si inserisce pienamente nel tema della stagione, “Anime in bilico oltre i confini”, restituendo al pubblico il senso profondo di precarietà, slancio vitale e fragilità che attraversa l’opera.
Carlo Montanaro, interprete raffinato del grande Puccini
Sul podio dell’orchestra del teatro Massimo torna il maestro Carlo Montanaro, direttore di riconosciuta esperienza internazionale e profondo conoscitore del repertorio pucciniano. Già direttore musicale dell’Opera di Varsavia e recentemente nominato Principal Guest Conductor della Hungarian National Philharmonic, Montanaro guida una partitura che conosce in ogni piega, valorizzandone la cantabilità, i chiaroscuri emotivi e la straordinaria tensione drammatica. La direzione del Coro e del Coro di voci bianche è affidata al maestro Salvatore Punturo.
Un cast di prestigio internazionale per i personaggi simbolo dell’opera
Di altissimo livello il cast, che vede alternarsi grandi voci nei ruoli principali. Mimì, cuore lirico e tragico dell’opera, sarà interpretata da Anastasia Bartoli, Hasmik Torosyan e dalla palermitana Jessica Nuccio. Per il ruolo di Musetta si alterneranno Hasmik Torosyan, Francesca Benitez e Jessica Nuccio, con la particolarità che Torosyan e Nuccio affronteranno entrambe le complesse figure femminili, offrendo al pubblico una lettura sfaccettata e intensa dei personaggi. Rodolfo avrà la voce del tenore messicano Arturo Chacón-Cruz e, in alcune repliche, di José Simerilla Romero. Marcello sarà interpretato dai baritoni Giulio Mastrototaro e Francesco Vultaggio, mentre George Andguladze vestirà i panni di Colline. Schaunard vedrà alternarsi Diego Savini e Daniele Muratori Caputo. Completano il cast Giuseppe Esposito nel ruolo di Benoît/Alcindoro, Francesco Polizzi e Gianmarco Randazzo in quello di Parpignol, Federico Cucinotta, Antonio Barbagallo e Carlo Morgante.
Dal debutto torinese al successo mondiale, la storia di un capolavoro senza tempo
La Bohème, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica tratto da Scènes de la vie de bohème di Henri Murger, debuttò il 1° febbraio 1896 al Teatro Regio di Torino sotto la direzione di un giovane Arturo Toscanini. Accolta inizialmente con freddezza, l’opera conobbe in breve tempo un successo travolgente, anche grazie alle produzioni di Palermo e Roma, fino a imporsi come uno dei capisaldi assoluti del repertorio lirico internazionale. Al centro del dramma, temi universali e senza tempo come la fine della giovinezza, la fragilità della vita, la libertà e l’assolutezza dell’amore. Il legame tra Rodolfo e Mimì, fatto di sogni, speranze e povertà condivisa, si consuma in uno dei finali più commoventi del melodramma, tra il sacrificio silenzioso degli amici e l’addio struggente della giovane donna, fragile come i fiori che crea.
Il segno registico di Pontiggia e il legame storico con il teatro Massimo
Il ritorno di questo allestimento rappresenta anche un omaggio alla lunga collaborazione tra il teatro Massimo e Mario Pontiggia, regista, architetto e drammaturgo di fama internazionale, autore di oltre 150 produzioni nei maggiori teatri del mondo. Al Massimo ha firmato titoli entrati nella memoria collettiva, da Otello a Tosca, da Latraviata alla stessa Bohème, che torna ora a confermare la solidità e la fortuna di questa lettura registica.
Con La Bohème, il teatro palermitano rinnova il dialogo tra tradizione e sensibilità contemporanea, offrendo al pubblico un’esperienza artistica di grande respiro, capace ancora una volta di commuovere, interrogare e raccontare l’eterno fragile equilibrio delle “anime in bilico”.






