TAORMINA – Non erano semplici spettatori di passaggio. Tra il pubblico del Concerto di Natale del Piccolo Coro Città di Taormina c’erano anche persone arrivate da lontano, con uno sguardo diverso, più attento, più consapevole. Persone che la musica non si limitano ad ascoltarla, ma la conoscono, la frequentano, la confrontano. Ed è proprio dalle loro parole, raccolte al termine della serata, che emerge con chiarezza il valore di ciò che è andato in scena al Palacongressi.
Sono arrivati da Ragusa Gaetano Gibilisco e Laura Nanì, marito e moglie, uniti da una passione profonda per la musica e, in particolare, per il canto corale. La loro presenza a Taormina non è stata casuale. “Non siamo venuti per curiosità – spiegano – ma perché avevamo sentito parlare del Piccolo Coro Città di Taormina come di una realtà di altissimo livello e volevamo ascoltarla dal vivo”. Un viaggio deciso con cognizione di causa, da chi è abituato a distinguere tra un buon concerto e un progetto di qualità.
Una passione che nasce dalla musica e passa dallo Zecchino d’Oro
La loro non è una passione improvvisata. Da anni seguono il mondo dei cori italiani, con un’attenzione particolare per il Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna, riferimento storico della coralità infantile. Ma soprattutto conoscono questo universo perché lo hanno vissuto in prima persona, come genitori.
Due dei loro figli hanno partecipato allo Zecchino d’Oro. Carla, interprete della “Tarantella della Mozzarella”, e Alessandro, protagonista di “Barolo Mediterraneamente”, brani che nel tempo sono entrati anche nel repertorio del Piccolo Coro Città di Taormina. Un’esperienza che ha affinato il loro ascolto e reso il loro giudizio particolarmente autorevole. “Ne abbiamo visti e ascoltati tanti di cori – raccontano – ed è proprio per questo che possiamo dire che l’emozione di questa sera non nasce dall’entusiasmo del momento, ma da un confronto reale con le migliori esperienze italiane”.
Il giudizio di chi sa ascoltare
Il loro giudizio, a fine concerto, è netto. “Senza tema di essere smentiti possiamo dire che la qualità che il maestro Ivan Lo Giudice esprime, e che ha espresso anche questa sera, si colloca tranquillamente tra i tre maggiori cori italiani”, afferma Gaetano Gibilisco. Un riconoscimento importante, motivato da elementi precisi: “Una precisione straordinaria, una cura del dettaglio impressionante e un’armonia di rara bellezza”.
Parole che non si fermano all’aspetto tecnico. Perché ciò che più ha colpito questi spettatori arrivati da Ragusa è stata la capacità del coro di trasmettere emozioni autentiche. Un aspetto che Laura Nanì – da madre, prima ancora che da appassionata di musica corale – sottolinea con particolare intensità. “Al di là della tecnica, questo è un coro che riesce a veicolare emozioni vere – spiega – e questo succede solo quando all’interno del gruppo esiste una grande armonia umana. Le emozioni si possono trasmettere solo se prima si vivono”.
L’armonia che nasce dentro e arriva al pubblico
Secondo Laura Nanì – con lo sguardo di chi ha visto crescere bambini dentro la musica – questa armonia interna è percepibile anche da chi ascolta. “Si respira subito il clima che c’è dentro il coro – racconta – sono affiatatissimi, coordinati in maniera magistrale e riescono a dare al pubblico tutto ciò che coltivano durante l’anno”.
Una sensazione condivisa anche dal marito, che sottolinea come la forza del Piccolo Coro Città di Taormina stia nella capacità di tenere insieme rigore e partecipazione. “Non è solo questione di bravura – osserva – ma di un lavoro serio e continuo che si riflette in ogni esecuzione”.
Dietro le quinte di un’eccellenza
Particolarmente significativo, per entrambi, è stato il momento in cui il coro ha cantato a cappella. Un passaggio che ha permesso di cogliere il lavoro nascosto dietro ogni concerto. “Lì abbiamo ascoltato davvero il lavoro per sezioni – spiegano – il duro impegno che c’è dietro, la cura delle singole voci, le competenze di ogni parte del coro”.
Un vero e proprio saggio di didattica musicale che ha emozionato profondamente Laura Nanì – ancora una volta con la sensibilità di madre –. “Quando senti cantare separatamente le varie sezioni e poi le vedi unirsi in un unico canto – racconta – capisci davvero cosa significa cantare in armonia”.
È in quel momento che, da spettatori esperti, Gibilisco e Nanì colgono il senso più profondo del progetto. “Questo è il segno di una vera eccellenza – concludono – ed è per questo che sentiamo di poter dire, con convinzione, che il Piccolo Coro Città di Taormina rappresenta una delle realtà più alte della coralità italiana”.
Il concerto come cornice di un riconoscimento
Il Concerto di Natale, patrocinato dal Comune di Taormina, ha fatto da cornice a un riconoscimento arrivato da fuori regione. Una serata che ha alternato canti della tradizione natalizia, brani del repertorio più amato e momenti di forte coinvolgimento collettivo, confermando il valore artistico, educativo e sociale del Piccolo Coro Città di Taormina.
Sotto la guida di Ivan Lo Giudice, il coro continua a dimostrare come la musica possa essere strumento di crescita, inclusione e condivisione. Ma il viaggio da Ragusa di due spettatori racconta qualcosa di più: la capacità di questa realtà di parlare anche a chi, per esperienza e sensibilità, sa riconoscere davvero un’eccellenza.






