MESSINA – Si arena in consiglio metropolitano il progetto dell’azienda speciale “Peloritani servizi sociali”, pensata per la gestione unitaria dei servizi sociali sull’intero territorio provinciale. L’aula ha respinto la proposta con un voto che si è chiuso in perfetta parità, con sette favorevoli e sette contrari, determinando di fatto lo stop all’operazione e aprendo una fase di forte tensione politica e istituzionale. Una bocciatura che assume un peso politico rilevante e che fotografa una spaccatura netta sul metodo e sulla visione di governo della città metropolitana.
Il no del partito democratico
A rivendicare con decisione il no è il partito democratico della provincia di Messina, che conferma la propria contrarietà all’istituzione dell’azienda speciale, giudicata priva di adeguate garanzie sotto il profilo amministrativo, contabile e gestionale. Secondo il Pd, nel dibattito consiliare sono emerse criticità sostanziali con un impianto ritenuto insufficiente sul piano della trasparenza, della sostenibilità finanziaria e della chiarezza sulle ricadute operative, con il rischio, tutt’altro che marginale di trasformare uno strumento straordinario in una prassi ordinaria di governo. Da qui la richiesta, rivolta direttamente al sindaco metropolitano Federico Basile, di un cambio netto di approccio.
La richiesta di Hyerace: “Serve un cambio di metodo”
“La città metropolitana – sottolinea il Pd – non può essere governata a colpi di delibera né con l’idea che basti istituire nuove strutture per risolvere problemi complessi”. Al centro della critica vi è l’assenza di una programmazione condivisa, di un confronto istituzionale strutturato e di una verifica puntuale dei numeri, nel rispetto delle competenze dell’aula e dei territori. Particolarmente dura la dichiarazione del segretario provinciale del partito democratico, Hyerace, che respinge l’idea di una governance calata dall’alto: “La città metropolitana non è un laboratorio di sperimentazioni improvvisate. Non siamo nei comuni amministrati dal movimento di De Luca, dove si pensa di far fioccare aziende speciali una dietro l’altra come scorciatoia per governare. Servono pianificazione, trasparenza e un confronto vero con sindaci, consiglio e territori”. Su Peloritani, aggiunge Hyerace: “abbiamo visto troppa approssimazione: prima si chiariscano fino in fondo numeri, perimetro, finalità, controlli e sostenibilità. Gli strumenti pubblici si costruiscono bene o non si costruiscono affatto”.
Pd all’attacco: “La città metropolitana non si governa a colpi di delibera”
Sulla stessa linea il consigliere metropolitano Pd Felice Calabrò, che motiva il proprio voto contrario richiamando principi di metodo e responsabilità amministrativa: “Non si istituisce un’azienda speciale – afferma – senza un quadro contabile e gestionale limpido, senza obiettivi misurabili e senza una strategia complessiva per i servizi metropolitani”. Calabrò evidenzia inoltre un elemento ritenuto dirimente, dalle schede di soddisfazione dell’utenza non emergerebbero criticità significative nel servizio attuale. “Proprio per questo – spiega – sarebbe stato necessario un surplus motivazionale chiaro e specifico, capace di dimostrare in che modo l’azienda speciale avrebbe migliorato qualitativamente servizi che già presentano standard positivi. Così come concepita, l’operazione si sarebbe tradotta in una delega in bianco, giudicata inaccettabile.”
La reazione dei sindacati e del terzo settore
Accanto allo scontro politico, si alza forte la voce del mondo sindacale e del terzo settore, che legge nella bocciatura “la fine di un percorso importante per la cittadinanza e per numerose lavoratrici e lavoratori”. Secondo Cisl, Cisl Fp, Uil e Uil Fpl, un maggiore coinvolgimento delle parti sociali e un confronto preventivo avrebbero potuto evitare l’esito negativo della votazione.
Per i sindacati, l’azienda speciale avrebbe potuto rappresentare una reale opportunità solo se accompagnata da precise garanzie occupazionali, a tutela di tutti i lavoratori, e dal riconoscimento dell’esperienza professionale maturata nel tempo attraverso l’attribuzione di un punteggio aggiuntivo. Da qui la richiesta di riportare la proposta all’attenzione del consiglio metropolitano, con la partecipazione delle organizzazioni sindacali e con tutele chiare per i dipendenti delle cooperative sociali.
La Cisl: “Un triste epilogo che poteva essere evitato con il confronto”
La Cisl parla di “un triste epilogo”, auspicando che il progetto possa essere riproposto e corretto. “Senza un reale confronto con le forze sociali – sottolineano i rappresentanti sindacali – non si sarebbe dovuti arrivare a questo risultato. L’azienda speciale resta un’occasione importante, ma solo se in grado di garantire diritti, stabilità e continuità lavorativa”.
Uil e Uil Fpl: “Percorso sbagliato e autoreferenziale, ignorato il dialogo sociale”
Ancora più dura la posizione di Uil e Uil Fpl Messina, che definiscono la bocciatura come “la conseguenza di un percorso sbagliato e autoreferenziale, privo di dialogo sociale”. I sindacati ricordano anche una richiesta formale di confronto, inviata il 15 dicembre 2025 al sindaco metropolitano Federico Basile, ai vertici di Messina Social City e all’assessorato regionale competente, rimasta senza risposta. Un silenzio che, insieme ai dubbi sulla sostenibilità economico-finanziaria dell’azienda speciale, avrebbe contribuito al fallimento dell’iniziativa.
In gioco il futuro di circa 800 lavoratori delle cooperative sociali
Al centro della vertenza ci sono circa 800 lavoratori delle cooperative sociali, precari storici che da oltre vent’anni assicurano servizi essenziali come il trasporto, l’assistenza igienico-sanitaria nelle scuole e il supporto agli alunni con disabilità, attraverso appalti annuali della città metropolitana. Per le organizzazioni sindacali appare inaccettabile l’esclusione delle rappresentanze dei lavoratori da un percorso decisionale che incide direttamente su diritti, tutele occupazionali e sull’impiego di risorse pubbliche, perciò, alla luce delle criticità emerse, la Uil e la Uil Fpl hanno convocato un’assemblea pubblica per mercoledì 7 gennaio 2026, alle ore 10, nel salone della Uil Messina in viale San Martino. Un momento di confronto aperto a lavoratori, cittadini e organi di informazione, al termine del quale non vengono escluse ulteriori iniziative e forme di mobilitazione.






