TAORMINA – Il sindaco Cateno De Luca rompe il silenzio istituzionale e lo fa con toni categorici: “Indietro non si torna – esordisce – almeno fino a quando io sarò il sindaco di Taormina. Le polemiche di questi giorni, spesso di residenti che non avevano neanche compreso che l’esposizione dei rifiuti per la loro zona non era alle 1.30 ma alle 23, sono servite a suscitare una reazione di sostegno e solidarietà nei miei confronti. Io non ci sto a mostrare al mondo Taormina sporca. Fatevene una ragione senza se e senza ma”.
Il primo cittadino rivendica i risultati ottenuti con le ordinanze che regolano il conferimento dei rifiuti, sottolineando che da oltre un anno il Corso Umberto non presenta più le condizioni di degrado che avevano suscitato critiche in passato. “Tutto il mondo passa da Taormina – ha aggiunto – e tutto serve a mantenere le rendite immobiliari alte e un livello di benessere desiderato in tutte le comunità. Non si può pretendere di approfittare dei benefici del mondo che ci ossequia e non pagare un piccolo prezzo, sicuramente ben compensato da ciò che rappresenta Taormina”.
Il Comitato rilancia la protesta: “Il sonno è un diritto, non un favore”
La posizione del sindaco non ha però placato le contestazioni. Dopo la raccolta firme cartacea, il Comitato per il “diritto al sonno” ha rilanciato, nei giorni scorsi, la mobilitazione online con una petizione su Change.org (www.change.org/dirittoalsonnotaormina) che in meno di 24 ore aveva già superato le 200 adesioni ed ora è oltre quota 300. Una risposta che, secondo i promotori, dimostra come la questione non riguardi soltanto i residenti del Corso Umberto, ma l’intera comunità.
Il nodo centrale rimane quello delle ordinanze comunali che impongono ai residenti del centro storico – in particolare nel tratto compreso tra Porta Catania e Porta Messina – di conferire i rifiuti tra l’1.30 e le 5 del mattino, per sette mesi l’anno. Una scelta che, secondo il Comitato, viola un diritto riconosciuto a livello internazionale. “Il sonno non è un favore, ma un diritto – ribadiscono – tutelato dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’articolo 32 della Costituzione, che garantisce la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”.






