MESSINA – Un colloquio informale ma denso di contenuti quello che si è svolto a Palazzo Zanca tra l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, e il vicesindaco Salvatore Mondello. Circa mezz’ora di confronto nel corso della quale sono stati affrontati i nodi centrali che precedono l’avvio dell’opera più attesa e discussa del Paese.
L’incontro è arrivato in un momento cruciale, alla vigilia del parere della Corte dei conti sulla delibera del Cipess del 6 agosto, che ha approvato il progetto definitivo e dichiarato la pubblica utilità. “Non poniamo scadenze al lavoro della Corte dei conti – ha spiegato Ciucci – che deve svolgere un compito delicato e di legittimità. Ci aspettiamo l’esito entro ottobre, ma non è una delibera standard: ci sono decine di allegati e il lavoro richiede tempo”.
Il manager ha chiarito che subito dopo il via libera sarà firmato il protocollo di legalità, a cui sta lavorando il ministero dell’Interno, in collaborazione con le Prefetture di Messina e Reggio Calabria. “Condividiamo col ministro Piantedosi, col ministro Salvini e con il Governo – ha sottolineato Ciucci – l’esigenza di proteggere l’opera da ogni tentativo di infiltrazione della criminalità. Siamo consapevoli che i grandi cantieri attirano interessi illeciti, ma l’importante è predisporre strumenti e procedure che consentano di prevenire i rischi”. Non a caso, prima di recarsi al Comune, Ciucci aveva incontrato la prefetta Cosima Di Stani e i vertici di polizia e carabinieri per approfondire le misure di contrasto.
Mondello, dal canto suo, ha insistito sulla necessità di mantenere alta l’attenzione su tutte le fasi del progetto. “Abbiamo tracciato una road map delle tappe fondamentali – ha dichiarato l’assessore – e si partirà con le cosiddette opere anticipate, che servono al territorio e lo qualificano. Parliamo di viabilità, rete idrica e interventi che preparano i quartieri a ospitare i cantieri. È un’opera complessa, sottovalutarla sarebbe da incoscienti”.
Il cronoprogramma indica che le prime attività potrebbero iniziare entro la fine dell’anno. I lavori riguarderanno la predisposizione delle piste di cantiere, l’allestimento dei campi base, il potenziamento delle reti idriche e fognarie, la bonifica di eventuali ordigni bellici e la sistemazione dei sottoservizi. In parallelo partiranno le opere compensative concordate con i Comuni.
La progettazione esecutiva sarà organizzata in tre fasi: la prima riguarderà i collegamenti stradali e ferroviari, la seconda le gallerie e le nuove stazioni, la terza le torri e i blocchi d’ancoraggio. “Abbiamo imposto al contraente generale – ha puntualizzato Ciucci – che le opere di maggiore impatto sul territorio vengano affrontate in una fase successiva, senza forzature”. Le torri, infatti, non saranno avviate prima della fine del 2026, mentre i lavori anticipati scatteranno molto prima.
Con l’efficacia della delibera Cipess inizierà anche la fase degli espropri. L’accordo siglato con i Comuni di Messina e Villa San Giovanni, aggiornamento di quello del 2011, stabilisce procedure e criteri unificati per la determinazione delle indennità, con l’obiettivo di garantire trasparenza e privilegiare la soluzione bonaria. Sono previsti strumenti digitali per la comunicazione con i cittadini coinvolti, così da ridurre i tempi burocratici. Particolare attenzione sarà dedicata alle imprese produttive e agli immobili residenziali, con indennizzi calibrati per evitare interruzioni di attività e facilitare la rilocazione.
Il capitolo contratti è già definito: la Stretto di Messina ha sottoscritto quattro atti aggiuntivi con Eurolink, Parsons, Edison Next e Marsh, che diventeranno efficaci dopo la registrazione della delibera. L’investimento complessivo resta fermo a 13,5 miliardi di euro, interamente coperti da risorse statali e da finanziamenti europei. Confermati anche i pedaggi: per le autovetture il costo varierà tra i 4 e i 7 euro per tratta, valori sensibilmente inferiori alle tariffe attuali del traghettamento.
Il ponte è inserito tra le opere strategiche europee della rete Ten-T come infrastruttura “dual use”, civile e militare. L’Unione europea ha già riconosciuto il valore dell’opera, finanziando la progettazione ferroviaria con 25 milioni di euro. La Commissione ha inoltre inserito il progetto nel Military Mobility Action Plan, che rafforza la capacità di spostamento rapido di truppe e mezzi.
Restano da sciogliere alcune questioni locali, come l’impatto sul quartiere di Contesse. Sul punto, il ministero delle Infrastrutture e Rfi hanno garantito un lavoro di ottimizzazione per ridurre al minimo i disagi.
Il percorso è dunque tracciato: l’attesa è per il via libera della Corte dei conti, che aprirà la strada alla fase operativa. Prima arriveranno le opere su strade e rete idrica, poi la progressiva realizzazione delle grandi strutture. Un cammino che, se rispettato, porterà entro il 2032 al completamento di un’opera che l’Europa considera non solo un’infrastruttura civile, ma anche un tassello della sicurezza strategica del Mediterraneo.






