ALÌ TERME – Quattro consiglieri comunali alzano il livello dello scontro politico: “Il sindaco ha tradito il mandato”. Letteria Bonfiglio, Agatino Triolo, Giuseppe Miracolo e Christian Mazzucco firmano un documento in cui si dichiarano pronti a dimettersi “per restituire la parola ai cittadini”, associandosi alla richiesta di dimissioni già presentata dal gruppo di minoranza. Al centro della contestazione c’è la decisione del sindaco Tommaso Micalizzi di revocare 3/4 della Giunta, scelta definita “senza precedenti” e “condivisa con pochi intimi, anche estranei al Palazzo municipale”.
Le scelte del sindaco e la rottura con la maggioranza
Secondo i firmatari, l’attuale instabilità “è stata determinata esclusivamente dalle scelte politiche del sindaco”, che avrebbe “eliminato di fatto il gruppo politico scelto dalla maggioranza dei cittadini nell’ultima tornata elettorale”. Il primo cittadino viene accusato di “vittimismo” e di tentare di “scaricare le responsabilità sugli altri”, insinuando che l’azione dei gruppi consiliari nasca da “vendette personali o regolamenti di conti”, ipotesi respinta con nettezza: “Purtroppo, il sindaco continua a prendere in giro l’intera cittadinanza”. I quattro chiedono coerenza: “Se è legittimo accantonare quattro consiglieri e togliere tutte le deleghe agli assessori, perché una richiesta di dimissioni o una mozione di sfiducia dovrebbe essere considerata un fatto personale”.
Servizi, opere e scelte contestate
Nel documento sono elencate criticità sull’azione amministrativa: una “deludente” stagione estiva “malgrado l’impegno dei volontari e dei giovani”, un “clamoroso ritardo” nell’apertura della scuola e “intere zone del paese in abbandono”. Nel mirino anche l’acquisto di piattaforme galleggianti per “circa 40 mila euro”, seguito — sottolineano i consiglieri — dalla pubblicazione di un avviso che “esonera l’amministrazione da ogni responsabilità in caso di danni”, trasferendo “il rischio sugli stessi cittadini”.
Mozioni votate all’unanimità e rimaste ferme
I firmatari rivendicano un’attività consiliare “mai animata da livori personali” e ricordano mozioni approvate all’unanimità ma, a loro dire, non attuate: installazione di due attraversamenti pedonali rialzati in zona Tiro a Segno; potenziamento dell’illuminazione in via Santa Lucia; manutenzione straordinaria dell’impianto di illuminazione del cimitero; monitoraggio della rete idrica fuori dal centro abitato con l’affidamento a un esperto in idraulica. Il 18 luglio, inoltre, gli stessi consiglieri hanno formalmente segnalato “alcune criticità” relative al nuovo senso unico, chiedendo correttivi “per renderlo più sicuro e funzionale alle esigenze di cittadini e attività commerciali”. “Le indicazioni provenienti dal Consiglio comunale – sostengono – sono state sistematicamente ignorate”.
“Restituire la parola ai cittadini”
Sul piano politico la richiesta è chiara: “Dinanzi a questo fallimento totale, è doveroso ripristinare la democrazia e restituire la parola ai cittadini”. Pur prendendo atto che il sindaco, “con il sostegno del suo ristretto gruppo”, non intenda dimettersi, Bonfiglio, Triolo, Miracolo e Mazzucco annunciano la disponibilità a lasciare la carica “per consentire che i cittadini possano esercitare in maniera libera e democratica il sacrosanto diritto di scegliere i propri rappresentanti nel governo del paese”.






