L’intervista al professore Gianluca Di Bella
MESSINA – Non solo relazioni accademiche, ma un cantiere di idee e pratiche condivise. All’Università si è conclusa la tre giorni del congresso “Rischio aritmico e cardiomiopatie. Dalla diagnosi alla prevenzione della morte cardiaca improvvisa”, che ha richiamato specialisti da tutta Italia.
Le undici sessioni hanno messo in fila studi clinici innovativi, nuovi algoritmi per anticipare le diagnosi e aggiornamenti sulle terapie oggi più efficaci. Nel merito, gli interventi hanno toccato malattie rare cardiache, cardiomiopatie e scompenso di diversa eziologia, con un’attenzione puntuale all’appropriatezza dei percorsi, all’uso dei presidi biomedicali e alla corretta gestione farmacologica. Un capitolo a parte è stato riservato alla diagnostica per immagini e al nodo cruciale della prevenzione della morte cardiaca improvvisa, tema che riguarda da vicino pazienti cronici, giovani sportivi e medicina territoriale.
Dalle aule alla città: defibrillatori, formazione e testimonianze
Il congresso ha affiancato ai lavori scientifici workshop pratici e momenti di dialogo tra centri di ricerca, clinici e associazioni. Obiettivo dichiarato: costruire città cardioprotette, con scuole, mezzi pubblici e luoghi di aggregazione dotati di defibrillatori e personale formato. In Sicilia il percorso è già avviato: il comune di Vittoria ha compiuto passi significativi e a Messina i dispositivi sono stati installati in diversi punti strategici, a partire dai mezzi pubblici Atm e dagli istituti scolastici. Per rendere effettiva la rete serve però diffondere le tecniche salvavita: nell’aula Cannizzaro si sono svolte esercitazioni di Blsd, basic life support and defibrillation, che includono rcp e impiego del defibrillatore semiautomatico secondo le più recenti linee guida.
La tavola rotonda d’apertura ha riportato la discussione sul piano umano: il racconto di Giovanni Sorrenti, medico del 118 che ha perso il figlio Giuseppe su un campo sportivo, quello di Antonino Scaglione salvato dal massaggio cardiaco delle figlie, e l’esperienza di Marco Galluccio, giovane ingegnere con cardiomiopatia, hanno dato misura della posta in gioco. Responsabile scientifico dell’evento, organizzato con lo Sportello malattie rare del Policlinico universitario, è stato il prof. Gianluca Di Bella del Dipartimento di medicina clinica e sperimentale dell’Università di Messina, direttore dell’Uoc di cardiologia e Utic e referente del centro regionale per le malattie rare cardiache.






