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INTERVISTA A Roma l’assemblea sinodale delle Chiese d’Italia, 58 delegati dalla Sicilia

Il Vescovo ausiliare di Messina Mons. Di Pietro: “Un cammino condiviso, segno di inclusività e speranza per la nostra terra”

MESSINA – Le Chiese di Sicilia si preparano a vivere un nuovo, significativo momento di comunione e confronto ecclesiale. Sono cinquantotto i delegati diocesani che, insieme a due rappresentanti regionali e al vescovo ausiliare di Messina, mons. Cesare Di Pietro, parteciperanno alla terza assemblea sinodale delle Chiese d’Italia, in programma a Roma da venerdì 24 ottobre fino a domenica 26.

All’assamble, in rappresentanza della regione, prenderà parte anche mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana (Cesi), componente della presidenza del comitato nazionale del cammino sinodale. L’incontro, che riunisce i delegati delle diocesi italiane, ha l’obiettivo di approvare il documento conclusivo che guiderà le comunità ecclesiali nei prossimi anni, delineando orientamenti e prospettive per una Chiesa sempre più aperta e vicina al popolo di Dio.

Un percorso di ascolto e partecipazione

Il cammino verso l’iniziativa è stato lungo e condiviso. Ciascuna delle diciotto diocesi siciliane, parrocchie, associazioni e gruppi ecclesiali ha preso parte ad incontri di ascolto e verifica, contribuendo attivamente alla stesura del testo finale. Un processo sinodale nel senso più autentico del termine, in cui la parola chiave è stata “insieme”, celebrando un percorso contraddistinto dalla sinergia.

Durante la riunione plenaria della Conferenza episcopale siciliana, i delegati ed i vescovi hanno potuto confrontarsi ancora una volta sul documento, apportando gli ultimi ritocchi prima della consegna ufficiale. “Abbiamo dato un’ultima verifica al documento – ha spiegato mons. Cesare Di Pietro – ed insieme ne abbiamo constatato i punti di forza, individuato le idee guida e le linee portanti, valutando anche piccoli emendamenti da apportare. Si tratta del punto di convergenza di un lungo cammino sinodale vissuto insieme, come comunità ecclesiali locali della nostra Sicilia e di tutta l’Italia”.

I segni di speranza, accoglienza e inclusività

Il documento, espressione di una fede radicata nel territorio, esalta i tratti distintivi delle Chiese di Sicilia, contraddistinte dalla loto calorosa accoglienza, apertura ed inclusività. Caratteristiche che affondano le loro radici nella storia di un’Isola, che da sempre funge da ponte naturale nel Mediterraneo e laboratorio di dialogo tra popoli e religioni. Una ricchezza culturale, artistica e paesaggistica, quella della Sicilia, percepita come un dono ed una responsabilità, una risorsa da mettere a servizio della missione evangelica e della trasmissione della fede alle nuove generazioni. Le comunità ecclesiali intendono infatti valorizzare la bellezza del territorio come strumento di evangelizzazione e testimonianza.

Le sfide del presente e l’impegno per il futuro

Ma il documento non nasconde le ferite sociali ed economiche della Sicilia, fenomeni come la fuga dei giovani, lo spopolamento delle aree interne, le difficoltà amministrative, la crisi del lavoro e la crescita di problematiche tra i più giovani, come l’abuso di droghe e alcool rappresentano delle sfide, davanti alle quali, la Chiesa siciliana si propone come segno di speranza e riscatto morale, impegnandosi ad offrire percorsi educativi, culturali e spirituali capaci di rigenerare il tessuto umano delle comunità. Il cammino sinodale, in questa prospettiva, non è solo un processo ecclesiale, ma un impegno civile e sociale, un modo per costruire insieme una società più giusta, solidale ed attenta ai bisogni dei più fragili.

Una Chiesa che cammina con il suo popolo

La terza assemblea sinodale rappresenta per le chiese di Sicilia un passaggio di crescita e corresponsabilità, volto a consolidare il dialogo tra le comunità e a rafforzare il legame con il territorio, un’occasione per ribadire quanto forte sia la sua volontà di continuare a camminare accanto al suo popolo e con lo sguardo rivolto al futuro.