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“Nove strumenti, due mondi”: la Filarmonica Laudamo celebra il dialogo tra Rota e Brahms

L’ensemble “Ritratti” dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai protagonista del concerto del 26 ottobre al Palacultura di Messina

MESSINA – Un incontro tra epoche, linguaggi e sensibilità sonore animerà la serata di domenica 26 ottobre alle 18.00 nell’Auditorium del Palacultura. L’appuntamento, dal titolo evocativo “Nove Strumenti, Due Mondi”, proposto dalla Filarmonica Laudamo come terza tappa della sua stagione concertistica, vedà come protagonista l’ensemble Ritratti dell’orchestra sinfonica nazionale della Rai, formazione cameristica che coniuga rigore tecnico e passione interpretativa, restituendo al pubblico una raffinata esperienza d’ascolto.

Un ensemble nato per raccontare la musica come arte in movimento

L’ensemble Ritratti nasce dall’iniziativa di alcuni musicisti dell’orchestra sinfonica nazionale della Rai desiderosi di esplorare territori musicali alternativi rispetto alle tradizionali compagini orchestrali. Forte di un’esperienza decennale maturata nei repertori cameristici, il gruppo si distingue per la flessibilità del proprio organico, adattandosi a programmi e combinazioni strumentali sempre differenti.
Il nome scelto, racchiude l’essenza del progetto, quella di proporre una vera e propria mostra sonora, una galleria di stili, epoche ed autori che si confrontano e dialogano attraverso le sfumature timbriche e le suggestioni emotive della musica da camera.

Da Rota a Brahms: due universi in dialogo

Il programma del concerto rispecchia pinamente questa visione. Nella prima parte, il pubblico potrà ascoltare il Nonetto di Nino Rota, composto nel 1957 su commissione del Czech Nonet e successivamente revisionato nel 1976, una partitura brillante e ricca di vitalità, dove l’ironia, il lirismo e la nostalgia convivono in equilibrio perfetto. La scrittura di Rota, celebre soprattutto per le sue colonne sonore cinematografiche, qui rivela un volto intimo e cameristico, capace di fondere eleganza neoclassica e immediata comunicatività.

A fare da contrappunto, nella seconda parte del concerto, sarà la Serenata n. 1 in re maggiore op. 11 di Johannes Brahms, composta nel 1857 per nove strumenti. La versione originale, andata perduta è stata ricostruita nel 1986 dal direttore d’orchestra e musicologo Jorge Rotter, che ne ha restituito la sostanza originaria ed il colore sonoro tipico della scrittura brahmsiana, capace di far vibrare ogni dettaglio timbrico. Due ritratti sonori, dunque, che rappresentano due modi di intendere la musica ed il suo rapporto con l’anima, la vivacità moderna, cinematografica di Rota e la profondità romantica e strutturale di Brahms.

Un ponte tra tradizione e ricerca

L’appuntamento si inserisce in una stagione concertistica che, come da tradizione, si distingue per la capacità di coniugare repertori classici e contemporanei, promuovendo un dialogo vivo e sempre rinnovato tra passato e presente. Il prossimo evento della rassegna vedrà protagonista, domenica 2 novembre, la giovane e brillante pianista Sofia Donato, promessa del concertismo italiano, chiamata a raccogliere il testimone di un programma che si preannuncia denso di emozioni e musica di alto profilo.