SiciliaSpettacoli
INFRASTRUTTURE

La Corte dei conti boccia la delibera sul Ponte, governo pronto a percorrere la via del Consiglio dei ministri

La Sezione centrale di controllo non concede il visto di legittimità né la registrazione alla delibera Cipess che approvava il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. Salvini: “Scelta politica, andremo avanti”. Bonelli: “Grande vittoria dello stato di diritto, Salvini si deve dimettere”

ROMA – La Corte dei conti ha deciso di non concedere il visto di legittimità e la registrazione alla delibera Cipess di agosto che approvava il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina. La pronuncia è arrivata al termine di una lunga camera di consiglio della Sezione centrale di controllo. Tecnicamente, pur in presenza del parere negativo dei magistrati contabili, il governo può comunque scegliere di proseguire l’iter: quando il controllo riguarda un atto governativo, l’amministrazione interessata può chiedere un’apposita deliberazione del Consiglio dei ministri, che a sua volta può ritenere l’atto rispondente a interessi pubblici superiori e farlo comunque proseguire.

La decisione e i rilievi

Sotto la lente della Corte sono finiti diversi profili: coperture economiche, affidabilità delle stime di traffico, conformità del progetto definitivo alle normative ambientali e antisismiche, nonché il rispetto delle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale. Durante l’adunanza della Sezione centrale sarebbero state sollevate varie eccezioni, tra cui quella sulla competenza stessa del Cipess, considerato organo “politico”.

Le reazioni e le prossime mosse

A caldo, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha definito la scelta “politica” e “un grave danno per il Paese”, assicurando che “andremo avanti”. In Aula, durante il question time, ha ribadito che il lavoro svolto sul progetto “è stato serio, articolato e trasparente nel rispetto delle norme italiane ed europee”, che “è stata rispettata la normativa ambientale” e che “il ponte farà risparmiare tempo, denaro e salute”. “Nessuna violazione, nessun ritiro della delibera Cipess”, ha affermato, aggiungendo: “Il mio impegno è fare questo ponte e farlo bene”.

Dall’opposizione, il leader di Avs Angelo Bonelli ha parlato di “grande vittoria dello stato di diritto”, chiedendo le dimissioni del ministro e minacciando il ricorso alla Corte di giustizia Ue se il progetto andasse avanti. Bonelli ha definito l’opera “vecchia di 26 anni” e “da 13,5 miliardi”, sostenendo che “nella delibera Cipess ci sono gravi profili d’illegittimità” e che “in un Paese normale un governo che rispetta la legge e le istituzioni avrebbe ritirato il progetto sul ponte che sottrae 15 miliardi di euro ai cittadini dopo aver tagliato fondi al trasporto pubblico”.

Il confronto politico resta acceso. “Se avessimo adottato le sue politiche del no, non avremmo l’autostrada del Sole e l’Av ma andremmo a cavallo nel nostro Paese,” ha replicato Salvini, aggiungendo: “Nessuna opera sarà definanziata per pagare il ponte da Bolzano a Palermo. Ognuno la pensa come vuole, noi intendiamo andare avanti con il ponte”. Il ministro ha definito “curioso” negare l’interesse pubblico a un’infrastruttura che “coinvolgerà 120 mila posti di lavoro”, rivendicando che “è falso che se si fa il ponte non si fanno tutte le altre opere” in Calabria e Sicilia e ricordando investimenti “23 miliardi in Sicilia e 22 in Calabria”.

L’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, si dice “sorpreso” dall’esito del controllo, rivendica che “tutto l’iter è stato svolto nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee” e conferma “l’impegno di portare avanti l’Opera, missione affidata da Governo e Ministero delle Infrastrutture in attuazione delle leggi approvate dal Parlamento italiano”.

Per la Lega, il senatore Nino Germanà parla di determinazione a “confutare o superare il deliberato al fine di proseguire i lavori” su “un’opera da oltre 13 miliardi, che porterebbe lavoro e assicurerebbe lo sviluppo del Meridione e dell’intera nazione”.

Dall’opposizione messinese, il segretario provinciale del Partito Democratico, Armando Hyerace, definisce la decisione della Corte “la pietra tombale” su “una delle più grandi bufale della storia repubblicana”: “Tre anni di propaganda, milioni sprecati in una società da chiudere subito, e zero risultati. Salvini chieda scusa al Paese e si dimetta. È finita la stagione delle prese in giro”.