PALERMO – “La Sicilia non si può permettere di fermarsi”. È un monito, ma anche un grido di responsabilità quello lanciato da Cateno De Luca, capogruppo di Sud chiama Nord all’assemblea regionale siciliana, che interviene con toni duri sul clima politico sempre più teso all’interno del Parlamento dell’Isola.
In una nota diffusa alla stampa, De Luca ha tracciato un quadro critico della situazione, sottolineando come l’attuale fase di instabilità rischi di tradursi in una paralisi istituzionale e amministrativa: “Cosa sta succedendo in Sicilia? Nulla di nuovo – afferma – perché quando si crea il contesto per far uscire al naturale le persone, quelle escono al naturale”. Parole che lasciano intendere un giudizio severo sull’atteggiamento di una parte della classe dirigente regionale.
Secondo il leader di Sud chiama Nord, la crisi politica in atto non è un episodio isolato, ma il riflesso di una dinamica più ampia: “La Sicilia diventa il laboratorio anche di quelle che sono dinamiche ed equilibri nazionali”. Una frase che apre alla lettura politica del momento, dove i sommovimenti dentro l’assemblea regionale potrebbero rappresentare un’anticipazione di scenari futuri a livello statale.
De Luca ha annunciato che mercoledì, nel corso di una conferenza stampa convocata nella sala stampa del parlamento siciliano, illustrerà nel dettaglio cosa succederà nelle prossime settimane. Un annuncio che lascia intravedere sviluppi politici rilevanti e forse un cambio di passo nell’azione del suo gruppo parlamentare.
Nel frattempo, il messaggio resta chiaro, la Sicilia non può permettersi di restare immobile. Per De Luca, il rischio più grave non è solo l’instabilità, ma la paralisi di un sistema amministrativo già appesantito da lungaggini e conflitti interni. “Non è pensabile – conclude – una paralisi che duri fino alla scadenza naturale della legislatura”.






